Il settore dell’offerta IT, sia in Italia che nel resto del mondo, sta attraversando una fase di profonda riorganizzazione, legata principalmente alla trasformazione dello scenario competitivo di riferimento. Le dinamiche connesse all’utilizzo del software Open Source sul fronte commerciale e produttivo richiedono un nuovo modo di porsi sul mercato e una ridefinizione dei modelli di business di molte software house. Per cogliere le caratteristiche essenziali del nuovo paradigma manageriale e le sue implicazioni in ambito Open Source, il Centro TeDIS-VIU ha avviato un’indagine in grado di evidenziare gli elementi distintivi dell’offerta di applicativi e servizi legati all’Open Source. Abbiamo fatto alcune domande a Antonio Picerni:

Cosa  è il Centro TeDIS  e quali sono le attività dell'osservatorio?
Il Centro TeDIS (Technologies in Distributed Intelligence Systems) è un ente di ricerca della Venice International University, che svolge attività di studio sulla diffusione e sui modelli di adozione delle tecnologie di rete nelle imprese e nei sistemi locali. In questi anni l’Osservatorio TeDIS si è concentrato in particolare sull’analisi dei processi di innovazione tecnologica dei distretti industriali italiani, con particolare interesse per l’adozione di tecnologia Open Source e le dinamiche di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese.
 

Può illustrare la vostra indagine in merito all'analisi dell’offerta di applicativi e servizi Open Source?
Sino ad oggi come centro di ricerca ci siamo occupato più di analizzare la domanda di servizi Open Source che non l’offerta vera propria.

Con questa nuova ricerca, vogliamo completare il quadro complessivo del contesto Open Source italiano. L’indagine, nata anche grazie alla fruttuosa collaborazione con il portale Java Open Business, si pone l’obiettivo di spostare il focus della nostra attenzione sull’analisi delle caratteristiche e sul peso dimensionale che l’offerta di servizi ed applicativi Open Source ricopre oggi in Italia.

In particolare, lo scopo dell’iniziativa è quello di comprendere meglio quale sia il ruolo delle tecnologie a sorgente aperto all’interno delle software house e delle società di servizi che sono attive in Italia, quale sia la dimensione del fenomeno e quali le caratteristiche delle imprese attive in questo settore.
 

Quali sono i problemi che avete incontrato?
Sebbene la ricerca sia ancora in piena fase di svolgimento, i primi dati in nostro possesso ci fanno ben sperare. Siamo rimasti piacevolmente colpiti dall’alto numero di risposte al questionario: in poco tempo abbiamo raccolto più di 160 interviste. Un numero significativo se si considera anche la lunghezza del questionario, circa una trentina di domande. Naturalmente, l’obiettivo è quello di aumentare il più possibile il numero di risposte; vorremo cercare di coinvolgere il più ampio e completo campione di aziende fornitrici di prodotti e servizi Open Source presenti in Italia. Per questo stiamo chiedendo la collaborazione delle stesse software house  a cui ci rivolgiamo invitandole a rispondere.

Le metodologie di raccolta dei dati utilizzate sono quelle che classicamente si utilizzano in queste circostanze: procediamo sia tramite metodi tradizionali (ovvero con chiamate telefoniche e interviste faccia a faccia), sia attraverso un questionario disponibile tramite Internet.

Ovviamente, tra le nostre priorità c’è quella di assicurare la maggior qualità possibile dei dati raccolti: è per questo che gran parte dei nostri sforzi è rivolta alla verifica nel controllo dei dati.

A questa prima fase quantitativa, abbiamo affiancato anche una parte qualitativa con interviste mirate ad imprenditori e programmatori del panorama Open Source italiano. 
 

Dal vostro punto di osservazione quale credete sarà l'evoluzione del business model delle aziende open source?
Naturalmente alla base della ricerca c’è una tesi ben precisa che vogliamo verificare, ma prima di pronunciarmi su questo punto aspettiamo i dati definitivi.
Detto questo, riteniamo che l’ Open Source possa essere un elemento in grado di portare reali vantaggi sia sul versante della domanda che su quello dell’offerta. Da un lato, la modalità di erogazione di servizi e software Open Source è in grado di veicolare nuovi investimenti tecnologici all’interno delle piccole e medie imprese, sia in termini di una riduzione dei costi, sia tramite l’adozione di soluzioni più mirate, Dall’altro, l’offerta può porre le basi per generare un nuovo ecosistema produttivo composto da piccole software house ed imprese medio-grandi in grado di ruotare intorno a grandi progetti internazionali OS, re-inventando nuovi modelli sia sul fronte commerciale e che su quello produttivo.

Un altro elemento importantissimo, e a mio avviso piuttosto trascurato, è l’aspetto internazionale dei progetti Open Source: le localizzazioni nazionali sono fattori fondamentali per il successo dei singoli applicativi, ma senza la massa critica di comunità distribuite a livello mondiale, i vantaggi possono essere piuttosto ridotti portando di conseguenza al fallimento di molte iniziative nate in questo settore.
 Le software house e le aziende interessate a partecipare alla ricerca sono invitate a rispondere al questionario
http://www.surveymonkey.com/s.aspx?sm=YY59eE7upHH_2b5pY4dst2iw_3d_3d
Il tempo di compilazione del questionario è di circa 10 minuti.

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