Open Source – software libero non software gratis

Quali sono gli sviluppi del mondo Open Source, quali sono le tendenze in atto, qual è la situazione italiana? Di questo abbiamo parlato con Alfonso FuggettaDirettore Scientifico del CEFRIEL

Nei primi anni del suo impatto sul mercato, il fenomeno OSS ha avuto una evoluzione piuttosto rapida; dopo un periodo intermedio di apparente rallentamento, ora sembra avvertirsi una nuova ripresa,  qual è la sua opinione in merito?

Non ho percepito questo tipo di fenomeno. Mi sembra che il software open source sia cresciuto nel tempo in modo stabile, questa è la mia sensazione  Può essere che la sua crescita sia stata in un qualche modo influenzata da rallentamenti complessivi del mercato, ma non ne ho una evidenza; sarebbe interessante da questo punto di vista sentire quale sia stata l’esperienza di aziende leader ad esempio  come Red Hat. 

Come potrà evolversi nei prossimi anni il mercato del business legato al software libero e in che modo le comunità interagiranno in futuro con le aziende?

È una domanda molto challenging.  L’identificazione di modelli di business adeguati è proprio una delle sfide principali del mondo open source, attualmente si sta andando verso modelli ibridi, dove il mondo open source in parte adotta alcuni meccanismi del mondo proprietario (si pensi per esempio al dual-licensing).  Io credo che ci sia al fondo una contraddizione che non è stata ancora risolta, per molti “free” vuol dire gratuito e non libero; per cui si continua a immaginare che il software “non costi nulla”. Questo è un problema grave per l’industria del software in generale e per quella open source in particolare. In sintesi, bisogna che gli utenti comprendano che il software non è gratis. Allo stesso, bisogna trovare modi che combinino la possibilità di avere business models che siano sostenibili pur mantenendo l’apertura del codice.  È una sfida tutt’altro che semplice da affrontare. 

Come si presenta il mercato italiano dell'Open Source e quali sono le prospettive?Mi sembra che ci sia una crescente consapevolezza delle qualità del software open source e delle opportunità che nascono da un suo utilizzo. Allo stesso tempo, continuo a sentire slogan e affermazioni che attribuiscono al software open source proprietà o caratteristiche che in realtà non ha o non ha in modo diverso dal software proprietario. Queste affermazioni “misleading” secondo me danneggiano il software open source in quanto creano aspettative che rischiano di andare deluse. Un salto di qualità del mercato dipende molto da una crescita e da un maturazione del mondo dell’offerta. Altre azioni significative riguardano la piena applicazione di quei principi di neutralità tecnologica e di apertura e competitività del mercato che a volte sembrano messi in discussione, se non nella forma quanto meno nei fatti.

Sei componente della commissione Open Source del CNIPA , quali sono le prospettive legate all'uso dell'Open source nella PA anche e soprattutto in termini di riuso del software?

In generale, l’open source credo potrà trovare spazio nella pubblica amministrazione in misura crescente in quanto sta aumentando  la  consapevolezza che l’open source è una alternativa da valutare attentamente. Per quanto riguarda il riuso, il problema è piuttosto articolato, in primo luogo, è necessario prevedere una serie di azioni di sistema che rendano vincolante l’uso di open standard che abilitino l’interoperabilità. In secondo luogo, devono essere definiti dalle amministrazioni quegli standard applicativi (per esempio, la struttura di una pratica o il curriculum vitae di un lavoratore) che rendano possibile scambiare informazioni che siano significative e comprensibili da tutti gli attori coinvolti.  Infine la questione del riuso del software applicativo; il tema dell’open source entra in gioco quando si considera il problema della distribuzione e diffusione dei programmi di proprietà delle pubbliche amministrazioni, quelli cioè sviluppati attraverso gare e sviluppo custom (o ad hoc). Software di questo tipo deve essere acquisito garantendo alla pubblica amministrazione appaltante la piena proprietà del codice sorgente (visto che ne paga in toto lo sviluppo). Fatto ciò, l’uso di licenze open per ridistribuire quanto acquisito può certamente facilitare una più rapida adozione di software di qualità da parte di un numero crescente di amministrazioni.
 

 ———————————————————

Alfonso Fuggetta è nato a Milano il 22/6/1958. Dopo aver conseguito la maturità scientifica nel 1977, si iscrive al Politecnico di Milano e si laurea in Ingegneria Elettronica (Indirizzo Calcolatori-Costruttivo) nel 1982.Nel 1980, mentre era ancora uno studente presso il Politecnico di Milano, Fuggetta inizia a lavorare presso la società di consulenza A.R.G. di Milano. In tale società è rimasto fino all’ottobre 1988, data in cui viene creato il CEFRIEL. Il CEFRIEL nasce da una convenzione tra Politecnico di Milano, industrie del settore IT e Regione Lombardia. Il CEFRIEL svolge attività di ricerca, formazione e trasferimento tecnologico nel settore delle tecnologie dell’informazione.Nel 1992 Fuggetta diviene professore associato presso il Politecnico di Milano. Nel 2000 diviene professore ordinario sempre presso il Politecnico. Dal Gennaio 2003 è Direttore Scientifico del CEFRIEL.

RispondiAnnulla risposta

Exit mobile version

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi