“Il CIO è uscito dal sottoscala ed è entrato nella stanza del business per  parlare con l’amministratore delegato ed i direttori di funzione per  recepire le loro esigenze”

FIREMA progetta e costruisce materiale rotabile per il trasporto passeggeri, sistemi complementari, ed equipaggiamenti elettrici ed elettronici al sistema informativo di bordo. FIREMA è stata fondata nel 1993 dalla fusione per incorporazione di società operative nel settore ferroviario, allo scopo di integrare le risorse industriali e finanziare per affrontare con maggiore competitività le richieste del mercato nazionale ed internazionale.

FIREMA ha sede principale a Caserta, e siti a Milano, Tito Scalo (Potenza) e Spello (Perugia): impiega oltre mille persone, e nel 2008 ha fatturato circa 190 milioni di euro.

L’obiettivo prioritario di FIREMA è il mantenimento e il potenziamento delle competenze tecniche, che le permettono già da tempo di progettare integralmente un veicolo ferroviario dall’architettura funzionale generale al progetto costruttivo. Abbiamo parlato dell’importanza dell’IT con Nicola Rivezzi – CIO di FIREMA 

Qual è il contesto di FIREMA?

FIREMA è un’azienda tutta italiana, con capitale interamente privato, che opera dai primi anni ’90 nella progettazione, nella costruzione, nel revamping e nella manutenzione di materiale rotabile.

FIREMA opera al suo interno in un sistema integrato con Tecnosistem società di ingegneria e tecnologia, Reicom, società di sistemi microelettronici orientati ad applicazioni wireless, Costruire, società di opere civili, ed ospita, all’interno della propria area industriale di Caserta T.E.S.T, il Centro Regionale di Competenza Trasporti, con il laboratorio di “realtà virtuale”  più grande di Europa.

L’azienda ha registrato una crescita importante in linea con il piano industriale definito e attuato progressivamente negli ultimi anni che ha consentito di sviluppare prodotti flessibili, che oggi costituiscono oggetto di ordini da parte di numerosi clienti. Nel prossimo futuro realizzeremo il Tram VTL di seconda generazione ed  il Treno Regionale Innovativo.

In un’azienda che punta molto sulla tecnologia qual è il contesto IT?

FIREMA ha investito nel progetto di implementazione di un nuovo sistema informativo aziendale, che rispondesse alle principali esigenze aziendali. Il software scelto è stato SAP, che costituisce  una best practice di riferimento nel settore ferroviario. La struttura ICT  ha elaborato questo progetto  coinvolgendo ed integrando tutte le aree aziendali, definendo le specifiche su cui basare le attività di software selection; questo ha provocato uno sviluppo della struttura IT anche in termini organizzativi.

Il quadro dei sistemi informativi era quello tipico di molti casi pre-ERP: limitata integrazione tra gli applicativi sistemi esistenti ed un’architettura a mosaico che rispondeva alle esigenze specifiche delle singole funzioni dei siti aziendali.

La struttura dei sistemi informativi riporta direttamente all’amministratore delegato, ciò dimostra l’importanza che hanno i sistemi IT per l’azienda, ad es. io come CIO sono entrato a far parte del comitato di coordinamento e  sviluppo  dell’azienda che è stato recentemente costituito  e che ha come obiettivo quello di migliorare le interazioni tra le varie funzioni aziendali, migliorando di fatto il processo interno di gestione del business utilizzando come leva competitiva l’integrazione.

Qual è stata la strategia di implementazione di SAP?

L’implementazione di SAP  è stata un successo in quanto vi è stato un forte coinvolgimento aziendale.  Il sistema permette il controllo integrato di costi e tempi delle commesse e di gestire la distinta base di produzione nel sistema ERP, con pianificazione dei materiali; in futuro sarà sviluppata la sua integrazione con la distinta base ingegneristica grazie all’interfacciamento con il software PDM, Windchill di PTC.

ll sistema ERP ci sta aiutando a integrare i processi: di fatto, è un abilitatore di integrazione.

Siamo partiti con tutti i moduli, il nostro approccio è stato diverso da quello classico incrementale che prevede installazioni parziali. Il primo go live avvenuto a giungo del 2009 ha impattato il core dell’azienda con un grosso impatto in termini di change management. Questo aspetto è stato tutto curato internamente, dalla funzione SI, con attività di comunicazione, formazione, trasferimento delle conoscenze del sistema. Sono stati formati circa 200 utenti, è stato erogato un numero di oltre 7000 ore di formazione in aula e la maggior parte di queste ore sono state erogate da persone del business che hanno seguito il progetto come key users, questo è stato un elemento qualificante in quanto le persone si sono spese personalmente fino al punto di diventare formatori loro stessi.

Qual è l’organizzazione della struttura IT?

Siamo organizzati in due grosse aree, una infrastrutture e operations  e un’area applicativa in cui vi sono gli ICT Demand manager, ciò per facilitare l’avvicinamento con le linee di business.

Gli sviluppi applicativi sono tutti demandati all’esterno, abbiamo solo una piccola parte di sviluppo interno relativo alla business intelligence in quanto sfruttiamo alcune competenze interne. Anche la gestione dell’hardware è completamente demandata all’esterno sia per le macchine che abbiamo in house  sia che per le altre ad es per SAP la scelta è stata di utilizzare macchine gestite in hosting in una serve farm a Milano e date in gestione ad un outsourcer. La struttura vuole essere volutamente snella per svolgere il ruolo di governance dell’it.

Quali saranno i prossimi progetti?

Oltre al consolidamento di SAP ci dedicheremo allo sviluppo del sistema di BI  (crucscotto kpi, monitoring direzionale) ed ad  un altro progetto innovativo che  sarà relativo ad una soluzione di BPM (Business Process Management) per  il controllo ed il monitoraggio dei processi.

Dopo aver integrato i sistemi con SAP ora l’obiettivo è far si che quei processi sottostanti a tutte quelle aree possano essere monitorati, controllati e migliorati continuamente. Attraverso soluzioni di bpm che si integrano con SAP e con PDM noi crediamo di poterlo fare andando a definire dei kpi di area e andando a monitorarli quotidianamente grazie all’ausilio di queste soluzioni.

Stiamo inoltre chiudendo un contratto di outsourcing per il servizio di help desk e lavorando al consolidamento dei server.

Molti dicono che il CIO dovrebbe essere più vicino al business, meno tecnico ma più manager sei d’accordo?

Al CIO solo uomo di business ci credo poco cosi come credo poco al CIO solo uomo di tecnologia che rappresenta una visione superata di tale professione. Il vecchio EDP manager che stava in un sottoscala a far funzionare le macchine non c’è più, è uscito dal sottoscala ed è entrato nella stanza del business per    confrontarsi con l’amministratore delegato ed i direttori di funzione per  recepire le loro esigenze e coniugarle rispetto alle evoluzioni tecnologiche, costruendo insieme soluzioni.

Il CIO deve essere un conservatore o un innovatore?

Molti dei miei colleghi che si dicono innovatori, ed anche io stesso, molto spesso ricerchiamo soluzioni consolidate. Quando dobbiamo implementare un nuovo progetto, la prima cosa che facciamo è cercare referenze tuttavia in certi casi bisogna saper osare, ciò non vuol dire buttarsi in un’avventura tanto per provare. L’innovazione non deve mai essere fine a se stessa ma sempre  guidata dalla ragione. Il BPM ad es. sarà un progetto innovativo ma seguito da criteri razionali, innovativo perché sebbene se ne parli tanto è ancora poco sviluppato e di fatto grosse  implementazioni non ce ne sono. Ciò non ci deve spaventare se siamo consci che lo strumento funziona e che può risolvere alcune criticità aziendali.

Quale sarà la tecnologia del futuro?

Se guardiamo a quanto le tecnologie ci hanno cambiato nel corso degli ultimi decenni veramente possiamo aspettarci di tutto chi avrebbe scommesso 50 anni fa sui primi  calcolatori nati in ambiente militare( erano strumenti mastodontici, che occupavano una stanza intera ) ed invece i personal computer sono diventati strumenti che avrebbero influenzato la vita di ogni singola persona.

Credo che in realtà se solo utilizzassimo ciò che già è  disponibile ci  sarebbe un grande valore pensiamo all’uso della tecnologia rfid sui cantieri o agli strumenti  2.0 per facilitare la comunicazione.

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Nicola Rivezzi  – CIO FIREMA. ha conseguito la laurea in Ingegneria Nucleare nel 1994 presso il Politecnico di Milano. Ha iniziato la sua carriera professionale come assistente e ricercatore di Fisica dello Stato Solido presso l’Ecole Centrale di Parigi.Dopo due anni è rientrato in Italia, entrando in Foster Wheeler in qualità di Quality Assurance Engineer. Successivamente è approdato alla consulenza informatica, andando ad occuparsi di SAP in una società dell’IBM. Ha lavorato per importanti clienti quali Italtel, Fincantieri, Grandi Motori Trieste, Fabio Perini. Lasciata la consulenza, ha assunto il ruolo di ICT Manager in Siirtec Nigi, azienda italiana di Engineering che opera nel settore Oil & gas, per approdare due anni dopo a FIREMA.

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