Giovanni Soldini prepara la nuova stagione sportiva con Maserati Multi70

Maserati Multi70 torna in acqua nel bacino della Base di Lorient, in Bretagna, completamente rimesso a nuovo. L’avveniristico trimarano, lungo 21,2 metri e largo 16,8 metri, è pronto per nuove sfide oceaniche che Giovanni Soldini affronterà in equipaggio.

Progettato dallo studio VPLP (Van Peteghem Lauriot-Prévost) e ottimizzato da Team Gitana in collaborazione con Guillaume Verdier, Maserati Multi70 è una barca innovativa e sperimentale che rappresenta la nuova frontiera della vela. La sua caratteristica principale è quella di potersi sollevare sull’acqua appoggiandosi esclusivamente sui foil e sui timoni, riducendo drasticamente la superficie bagnata e aumentando di conseguenza le performance.

Le principali modifiche apportate al multiscafo hanno riguardato sia i timoni, che ora hanno un profilo a T rovesciata con flap regolabili, sia soprattutto i foil, giunti alla terza generazione, che sono stati completamente riprogettati da Verdier e che hanno potenzialità ancora del tutto inesplorate.

“Finalmente Maserati Multi70 è in acqua!”, commenta Giovanni Soldini da Lorient. “È una barca bellissima dopo che ha passato l’ultimo mese a rifarsi il trucco. Ad aprile, prima del cantiere, siamo riusciti a compiere qualche uscita giornaliera in acqua piana insieme al Team Gitana, abbiamo avuto ottime sensazioni e raggiunto velocità supersoniche. Ora è arrivato il momento di navigare in mare aperto con le onde oceaniche. È una fase molto delicata che ci permetterà di studiare le difficoltà del volo sui foil con mare formato, una sfida per noi molto interessante. Non vedo l’ora di affrontarla”.

La sfida è supportata da Maserati, main sponsor che dà il nome alla barca, e da UnipolSai Assicurazioni in qualità di sponsor.

I fornitori ufficiali della sfida sono Ermenegildo Zegna per l’abbigliamento e Boero Bartolomeo S.p.A. che fornisce smalti e vernici per lo scafo.

Facebook – Giovanni Soldini Pagina Ufficiale

Twitter @giovannisoldini

Instagram @giosoldini

Innovazione & digitale in Italia solo frasi fatte!

Qualche giorno fa per l’ennesima volta mi sono imbattuto in un post di un amico   che riprendendo il discorso del Presidente di Confindustria Boccia…..diceva….”La crescita dipende soprattutto dalla capacità delle imprese di investire in innovazione.”

Quante volte abbiamo sentito frasi come queste?

Solo parole e buone intenzioni ma pochi fatti.

Parole, parole, sono solo parole……

 Nell’ultimo Forum PA  l’economista Jeremy Rifkin ci ha messo in guardia:
 
“È il modello di business italiano a non funzionare. L’Italia deve sapere valorizzare le proprie eccellenze virando verso il digitale, e deve fare in fretta, cambiando le proprie priorità: i mezzi per farlo ci sono già tutti.  
Il Governo ha individuato la strada da seguire, ora la percorra.
 
L’economia è come la natura: si basa su relazioni, sistemi. E dunque cambiare le cose si può. La risposta ai cambiamenti climatici, all’ecosistema in difficoltà, alla distribuzione della ricchezza a dir poco squilibrata, a una crisi economica che non ha dato tregua per anni, è la sharing economy, l’economia a costo marginale zero. È un’economia basata sull’internet delle cose, l’unica soluzione che può, in breve tempo, salvare una specie, quella umana, che altrimenti potrebbe non vedere la fine del secolo.”
 
Il visionario economista ha illustrato poi come l’Italia debba al più presto abbracciare questa nuova, terza rivoluzione industriale basata sulla digitalizzazione. “Il vostro paese vanta eccellenze di ogni tipo: perché allora la Germania produce autonomamente il 32% della propria energia, e voi no?”.
La verità è che stiamo perdendo tempo perdendo competitività con gli altri Paesi, infatti non siamo messi bene come si evince dal Global Innovation Index:
[gview file=”https://www.globalinnovationindex.org/userfiles/file/reportpdf/gii-full-report-2015-v6.pdf” height=”600px” width=”800px” save=”0″]
qualcuno dice che però siamo bravi nel trasferimento tecnologico o nell’innovazione applicata, in realtà a vedere queste statistiche sulle domande di brevetto presentate nel 2014 all’EPO (European Patent Office) non sembrerebbe vero nemmeno più questo, visto che non c’è nemmeno un’azienda italiana:

E quindi cosa fare?

La strada è lunga ma le risorse io credo ci siano tutte, però sarebbe bello avere meno frasi fatte e più fatti…….la Politica deve assumersi la responsabilità di guidare il cambiamento indicando la strada da seguire per lo sviluppo. I bisogni sono chiari da anni, ed anche le  cose che bisognerebbe fare.

Sanità digitale, mobilità sostenibile, artigianato digitale, wearable, Internt of things, Big Data, Scuola digitale…etc…La vera sfida è far comprendere alle nostre imprese il potenziale disruptive che tali tecnologie possono avere applicandole ora nelle loro aziende , per conquistare nuovi mercati globali, per innovare processi di produzione, per creare nuovi prodotti come spiega bene Luca De Biase….

E poi sarebbe bello invece che davvero si guardasse alle migliori best practices per imparare da chi davvero è stato in grado di cambiare la sua società grazie ai nuovi paradigmi digitali, come ad esempio l’Estonia.

Un Paese giovane, in perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione. Questa è l’Estonia, una nazione ricca di sorprese. Tra i dettagli poco noti, figurano alcune chicche: non tutti sanno che l’Estonia ha il maggior numero di startup pro capite al mondo, o che il 99% del Paese è connesso a Internet, tanto che online si vota, si fa la dichiarazione dei redditi (in cinque minuti) e si può creare una società (in 15 minuti). Anche il 99% delle transazioni bancarie avviene via Internet, mentre il pagamento tramite cellulare e la firma digitale fanno ormai parte della vita quotidiana.( cit. http://magazine.expo2015.org/it/cultura/estonia–il-paese–che-oscilla—tra-tradizione-e-innovazione)

Nel frattempo sogno di vivere in un posto dove diventi normale …..monitorare i territori con i droni per evitare lo scempio della Terra dei Fuochi, dove i medici del Policlinico invece che lavorare su file excel abbiano sistemi interconnessi e condivisi che facilitino la ricerca e l’assistenza medica, dove per gestire i concorsi e  le graduatorie pubbliche non sia più necessario inviare chili e chili di raccomandate AR ma dove magari fatto la prima volta si aggiornino i CV in via digitale, dove esistano sistemi per monitorare il traffico in tempo reale e informare i cittadini, dove sia possibile utilizzare i dati presenti negli archivi (big data) per analisi predittive e tanto altro ancora.

In fondo se si volesse molte di queste cose si potrebbero realizzare subito anche qui, la tecnologia c’è ed anche la competenza per usarla, quindi cosa si aspetta?

Basta parole passiamo ai fatti!

PYNG la nuova App di Telepass che ti fa parcheggiare in città

Ieri ho attivato ed iniziato ad usare questa nuova App che permette di gestire la sosta sulle strisce blu, molto comoda, unica critica sull’usabilità veramente scarsa che al primo utilizzo ti crea non pochi problemi, in particolare a Napoli vi sono delle zone a tariffa forfettaria , l’app la riconosce ma non si riesce a selezionarla in quanto è necessario per farla funzionare inserire comunque la durata della sosta prevista e tr al’latro facendo il complemento ovvero se la tariffa prevede un costo di 2€ per l’intervallo 8 – 16:30 e tu inizi la sosta alle 9 devi inserire una durata di sosta pari a 7:30 ore…..alla fine funge ma tutte queste ose non ci sono scritte e le ho desunte facendo dei tentativi. Scadente anche il servizio clienti sia al Punto blu (non sapevano nulla dell’App, sia al Numero verde….che l’unica cosa che ha saputo dirmi è stata di reinstallare l’APP)

Insomma da un big come Autostrade mi aspettavo un pò in più…cmq èun ottimo passo verso la digitalizzazione.

Di seguito tutte le info sul servizio.

PYNG DI TELEPASS È ARRIVATO IN CITTÀ. ATTIVALO GRATIS ONLINE.

Se sei cliente Telepass attiva subito il servizio dalla tua area riservata Telepass Club, accessibile dal sito web telepass.it, dal sito mobile e dall’app.
Il servizio è presente a:

IL SERVIZIO

Nelle città di Ancona, Cesena, Cesenatico, Ferrara, Gatteo, Milano, Napoli, Roma (incluso l’Aeroporto di Roma Fiumicino), Salerno, Saronno e Torino è arrivato Telepass Pyng, la novità per il pagamento dei servizi dedicati alla mobilità, che ti consente di pagare la sosta sulle strisce blu comodamente con un’app.

Telepass Pyng è un servizio gratuito e dedicato a tutti i clienti Telepass registrati all’area riservata Telepass Club.

I vantaggi di Telepass Pyng

  • Nessun costo aggiuntivo né sull’attivazione del servizio né sull’importo della sosta.
  • Gestisci il servizio con un’app o da mobile all’indirizzo m.pyng.telepass.it.
  • Puoi interrompere o prolungare la sosta quando preferisci.
  • È possibile pagare la sosta per più targhe contemporaneamente, non necessariamente legate al contratto Telepass.
  • Niente carte di credito, ricariche o pagamenti anticipati: l’addebito avviene direttamente sul tuo conto Telepass.
  • Non servono altri dati, oltre a quelli del tuo contratto Telepass.

Il servizio Telepass Pyng sarà progressivamente esteso nelle principali città italiane.

 

Stipendi IT in Italia troppo bassi. What’s the problem?

Più di un anno fa scrissi quest’articolo per Che Futuro  – http://www.chefuturo.it/2014/11/startup-perche-gli-sviluppatori-vanno-allestero/ 

in cui si affrontava il tema spinoso della ricerca di personale da parte delle startup e della contestuale mancanza di occasioni lamentata dagli sviluppatori che in alcuni casi come la storia del mio amico Alessandro lo ha portato ad emigrare a Londra.

Ipotizzavo, anche se qualche amico imprenditore mi contestava, una non corretta valorizzazione economica delle competenze e degli skill in Italia.

Vi invito a vedere queste chart molto interessanti:

Beh è evidente che tra i lavori più pagati negli USA  ci sono almeno 4 figure Tech ( Solution Architect, Software Architect, IT Manager , Software Development Manager) non ho i dati analoghi per l’Italia ma temo che non sia così, anche perchè a dirla tutta molte aziende non hanno nemmeno al loro interno queste figure e non sanno nemmeno che ne hanno bisogno o addirittura nelle startup c’è confusione tra i ruoli e spesso si crede che un  CTO sia un bravo sviluppatore…:)

Quindi il punto è:

I manager delle aziende o delle startup sanno riconoscere i bisogni che hanno e quindi individuare sul mercato le giuste risorse? Sono in grado di capire quali sono gli skills delle proprie risorse interne e sono in grado di valorizzarle correttamente in termini economici?

Ammesso che la risposta sia si ora dovrebbero pagare il giusto per gli skills, cosa che non avviene quasi mai. Accettasi smentite!

Interessante anche la seconda chart che analizza in dettaglio il fenomeno dello skill shortage:

da cui emergerebbe che l’Italia non soffra tanto di questo problema, sarà vero?

Io qualche dubbio lo ho…….

 

FIXO: il primo computer rotondo al mondo (made in Italy)

Un orologio multi-faccia con previsioni del tempo ed appuntamenti a vista, musica in streaming, controllare dal tuo smartphone che nessuno entri in casa, lampadine multicolore che si accendono e spengono dolcemente. Tutto in un computer rotondo che si lascia a casa: FIXO.

FIXO: the Smart Disc is landing home. Debutta così, sul noto portale di crowfunding Indiegogo.com il primo computer rotondo simile a un disco in vinile che si appresta a modificare l’approccio alla tecnologia e che, come tante idee in contrasto con le convenzioni, nasce in provincia, dalla fervida mente dei giovani, brillanti pionieri della start-up Nuvolaria.

FIXO (http://fixo.io/) è un dispositivo elettronico unico nel suo genere, e con la sua forma circolare, non te lo porti dietro. E’ pensato, infatti, per restare a casa e ha una marea di funzioni incorporate, una videocamera, diffusori acustici e accessori “ready-to-use” come il Room Sensor che permette di sorvegliare l’appartamento quando non c’è nessuno e rilevare eventuali movimenti.

Nasce come meteo-orologio, poi il progetto si è evoluto ed arricchito di contenuti pur restando sempre fedele alla sua idea iniziale, quella della circolarità che rompe gli schemi di design nel settore e della nuova esperienza d’uso di un dispositivo touch pensato per un uso fisso.

“FIXO intende riumanizzare l’esperienza digitale. – spiega Minchilli, amministratore e Product Designer di NuvolariaL’istinto di connessione con il mondo esterno diventa, spesso, una frenetica mania che ci tiene costantemente con la testa sullo smartphone. FIXO consente di fruire di informazioni e di servizi web, che usiamo con maggiore frequenza, in modo più naturale, con informazioni a colpo d’occhio come l’ora, il meteo, gli appuntamenti o i risultati sportivi, offre enciclopedia e mappe a portata di mano, musica di qualità, grazie agli ampi diffusori stereo, e una connessione sempre attiva con gli oggetti intelligenti di casa”.

Il progetto è stato lanciato la scorsa settimana e punta al mercato americano anche se sarà assemblato in Italia. Nel video vengono spiegate le funzionalità di FIXO e messo in risalto il design innovativo e le novità tecnologiche. FIXO può essere acquistato tramite pre-ordine ad un prezzo speciale riservato ai primi 200 sostenitori su Indiegogo, uno dei maggiori siti dedicati al crowdfundfing, la pratica di microfinanziamento collettivo che negli Stati Uniti ha decretato il successo di una miriade di start-up e che può rivelarsi la soluzione alla difficoltà di accesso al credito delle nuove iniziative imprenditoriali italiane.

Danti & Co: i gruppi di cyber spionaggio colpiscono le aziende di tutto il mondo

Il Global Research and Analysis Team di Kaspersky Lab ha osservato negli ultimi mesi un’ondata di attacchi di cyber spionaggio condotti da diversi gruppi nella regione Asia-Pacifico (APAC) e in Estremo Oriente accomunati da una caratteristica: per infettare le loro vittime con il malware, i criminali usano un exploit per la vulnerabilità CVE-2015-2545. Questa debolezza del software Microsoft Office è stata risolta alla fine del 2015, ma sembra essere ancora utilizzata da questi gruppi criminali. Era noto che i gruppi Platinum, APT16, EvilPost eSPIVY usassero questo exploit, ma ora si è aggiunto un nuovo gruppo, finora sconosciuto, chiamato Danti.

Un exploit è un tool nocivo ampiamente utilizzato dai gruppi di cyber spionaggio e dai criminali informatici per infettare silenziosamente le macchine prese di mira con i malware. Diversi anni fa, l’uso delle cosiddette vulnerabilità zero-day (che vengono usate in the wild prima che il vendor del software colpito rilasci la patch) era la caratteristica distintiva dei gruppi criminali più sofisticati, ma le cose sono cambiate: oggi, i gruppi di cyber spionaggio sono più portati ad utilizzare exploit di vulnerabilità note, semplicemente perché sono più economici e sembrano comportare un tasso soddisfacente d’infezione.

L’errore CVE-2015-2545 permette ai criminali di eseguire codici arbitrari usando un file immagine EPS appositamente progettato. L’exploit per questa vulnerabilità è molto pericoloso perché usa la tecnica PostScript che riesce a eludere i metodi di protezione Address Space Layout Randomization (ASLR) e Data Execution Prevention (DEP) integrati in Windows. Danti è l’ultimo gruppo a essere stato scoperto a utilizzare questa vulnerabilità.

Danti colpisce principalmente gli enti diplomatici. Potrebbe avere già accesso completo ai network interni nelle organizzazioni del governo indiano. Secondo Kaspersky Security Network, alcuni Trojan Danti sono stati inoltre rilevati in Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Birmania, Nepal e Filippine. La sua attività è stata rilevata per la prima volta all’inizio di febbraio ed è proseguita da marzo al giorno d’oggi.

L’exploit viene distribuito attraverso email di spear-phishing. Per attirare l’attenzione delle potenziali vittime, il gruppo criminale che si cela dietro a Danti ha creato email a nome di numerosi alti ufficiali del governo indiano. Una volta sfruttata la vulnerabilità, la backdoor Danti viene installata, fornendo ai criminali accesso alla macchina infetta in modo da rubare i dati sensibili.

L’origine di Danti è sconosciuta, ma i ricercatori di Kaspersky Lab hanno ragione di sospettare che sia in qualche modo connesso ai gruppi Nettraveler e DragonOK. Si crede che dietro a questi gruppi si celino hacker di lingua cinese.

Inoltre, i ricercatori di Kaspersky Lab hanno scoperto attacchi CVE-2015-2545 di origine sconosciuta condotti contro organizzazioni in Taiwan e Tailandia. A questi attacchi è stato attribuito il nome interno SVCMONDR, come il nome del Trojan scaricato dopo lo sfruttamento della vulnerabilità. Il Trojan è diverso da quello usato dal gruppo Danti, ma condivide alcune caratteristiche con Danti, otlre che con APT16, un noto gruppo di cyber spionaggio si presume essere di origine cinese.

“Ci aspettiamo di vedere ulteriori incidenti con questo exploit e continuiamo a monitorare le nuove ondate di attacchi e le potenziali relazioni con altri attacchi nella regione. Le ondate di attacchi condotti attraverso una singola vulnerabilità suggeriscono due cose: in primo luogo, che i gruppi criminali tendono a non investire molte risorse nello sviluppo di tool sofisticati, come gli exploit zero-day, quando gli exploit 1-day possono funzionare altrettanto bene. In secondo luogo, che il tasso di adozione delle patch nelle aziende e nelle organizzazioni governative prese di mira è molto basso. Abbiamo bisogno che le aziende pongano maggiore attenzione nella gestione delle patch nella loro infrastruttura IT per proteggersi almeno dalle vulnerabilità conosciute”, ha commentato Morten Lehn, General Manager di Kaspersky Lab Italia.

È possibile leggere ulteriori informazioni sugli attacchi mirati che usano CVE-2015-2545 su Securelist.com

Nasce Giffoni Crowdfunding

Crowdfunding, Giffoni e DeRev lanciano la piattaforma di raccolta fondi per progetti creativi, artistici e culturali

Giffoni Experience scommette sul crowdfunding e lancia la piattaforma di raccolta fondi per supportare e finanziare le migliori idee creative e i progetti artistici e culturali.

Realizzata e gestita da Giffoni Innovation Hub in collaborazione con DeRev, il principale operatore italiano del crowdfunding recentemente nominato tra i primi cinque in Europa secondo un rapporto della Commissione Europea, Giffoni Crowdfunding rappresenta l’impegno in prima persona da parte di Giffoni nell’affiancare e accelerare gli artisti emergenti, le startup, gli enti pubblici e le organizzazioni nel mondo delle industrie creative e culturali.

COME FUNZIONA
Dal cinema al design, dalle arti figurative al teatro, dalle startup culturali agli eventi: attraverso la sezione “Proponi un progetto” del sito www.giffonicrowdfunding.com è possibile inviare la propria candidatura sia come persona fisica, che come associazione, fondazione, azienda o ente pubblico.

Il team di Giffoni, in collaborazione con i consulenti di DeRev, valuterà le candidature selezionando i progetti più interessanti e in linea con i valori e la mission, offrirà consulenza nel lancio di ciascuna raccolta fondi e una campagna di visibilità e promozione attraverso ufficio stampa e social media.

Inoltre, le campagne più meritevoli e di successo verranno invitate al Giffoni Film Festival, in programma dal 15 al 24 luglio 2016, dove saranno protagonisti del Crowdfunding Day e potranno presentare il proprio progetto a creativi, giornalisti, produttori, istituzioni e operatori culturali.

I PROGETTI
Per la prima sessione di crowdfunding, i progetti selezionati in partnership con Crowdfest, il primo evento italiano dedicate alla raccolta dal basso, sono Ciaklist, una piattaforma digitale rivolta ai professionisti dell’industria audiovisiva e cinematografica, e BIN Magazine, un trimestrale dedicato al design per la promozione dei talenti italiani nel mondo. Da oggi fino al 31 luglio 2016, i due progetti verranno dunque accelerati e finanziati attraverso la loro campagna di crowdfunding già online sulla piattaforma di Giffoni www.giffonicrowdfunding.com e verranno presentati dal 15 al 24 luglio nel corso della 46esima edizione del Giffoni Film Festival.

Grazie al crowdfunding si invertono i ruoli: il pubblico diventa protagonista e produttore di un’opera artistica o un bene culturale e non solo spettatore” – ha spiegato Roberto Esposito, fondatore e CEO di DeRev – “Dall’altro lato, gli autori non si limitano all’aspetto artistico ma imparano ad essere manager di se stessi, presentando un progetto non solo valido dal punto di vista artistico ma anche credibile e realizzabile agli occhi di un produttore, un ente o un operatore culturale”.

Giffoni Crowdfunding nasce con l’obiettivo di creare una connessione tra i talenti creativi e le organizzazioni che vogliono promuovere un progetto culturale con il mercato delle industrie creative, sia italiano che internazionale – ha dichiarato Luca Tesauro, fondatore e CEO di Giffoni Innovation HubIn questo senso, Giffoni è il soggetto ideale per aiutare tutti quelli che intendono costruire un progetto credibile ed efficace da proporre al pubblico e da finanziare con il supporto di sostenitori e appassionati. Con oltre 45 anni di storia, il brand Giffoni diventa quindi opportunità per un intero Paese: opportunità di dare concretezza alle idee, di valorizzarle e farle crescere”.

Amazon.it lancia Amazon Vine

Ora i clienti più esperti possono provare e recensire i prodotti in anteprima

I clienti di Amazon.it che hanno ricevuto il miglior punteggio da altri utenti per le loro recensioni potranno ricevere gratuitamente prodotti da recensire in anteprima.

 Più potere ai consumatori: i clienti più esperti aiuteranno, con le loro opinioni, milioni di utenti a prendere le migliori decisioni d’acquisto.

Il 66% dei clienti afferma di fidarsi delle recensioni online di altri utenti come se fossero quelle dei loro familiari o dei loro amici[1]. Per offrire agli utenti un’informazione precisa e imparziale sui prodotti, Amazon.it ha annunciato il lancio di Amazon Vine, il servizio che invita gli autori delle recensioni più apprezzate dai clienti a provare gratuitamente i prodotti e recensirli se lo desiderano.

Attraverso questa iniziativa, gli autori delle migliori recensioni su Amazon.it, che con il loro contributo hanno aiutato altri clienti a prendere le giuste decisioni d’acquisto, potranno ricevere gratuitamente a casa prodotti scelti da loro all’interno di una selezione di articoli proposti dalle aziende che partecipano all’iniziativa.

Si tratta, spesso, di prodotti che saranno commercializzati in futuro o che sono appena stati lanciati sul mercato. Una volta ricevuti i prodotti, gli utenti potranno scrivere una recensione su Amazon.it, sia positiva sia negativa, senza che Amazon o il brand di riferimento possano modificarla o eliminarla.

I clienti potranno entrare a far parte del servizio Amazon Vine solo su invito diretto di Amazon, che selezionerà i partecipanti in base a diversi criteri. Quanto più le recensioni di un cliente sono valorizzate da altri clienti, tanto più avrà la possibilità di ricevere l’invito. Amazon Vine inviterà quei clienti che, grazie alle proprie recensioni, hanno sviluppato la propria reputazione di esperti su un certo tipo di prodotti, dagli articoli di elettronica ai vestiti per neonati. Il ranking delle migliori recensioni di Amazon.it si potrà consultare a questo link: www.amazon.it/recensioni .

“Il 93% degli utenti legge almeno una delle recensioni di altri clienti prima di comprare un prodotto online[2]. In Amazon desideriamo che i nostri clienti prendano le loro decisioni d’acquisto disponendo di informazioni imparziali, oneste e utili” spiega Tommaso Velo, responsabile di Amazon Vine Italia. “Amazon Vine ha un duplice obiettivo: da un lato fornisce ai clienti informazioni di qualità e, dall’altro, offre ai venditori uno strumento per far testare i propri prodotti, dando la possibilità agli utenti più esperti di provarli e recensirli se lo desiderano”.

Il programma di Amazon Vine non solo aiuta i clienti a scegliere il prodotto giusto tra gli oltre 120 milioni di articoli offerti attualmente da Amazon.it, ma aiuta anche i brand a cogliere l’opportunità di far conoscere i propri prodotti e di assicurarsi che ricevano le recensioni già in occasione del lancio, per ottenere così visibilità e incrementare le vendite.

ADAMO. IL PRIMO UOMO DELLA TUA AZIENDA ARRIVA DAL WEB

Davide (28 anni) e Riccardo (27) sono due startupper. Il termine oggi va molto di moda ma ben si addice a questi due giovanissimi imprenditori che, conosciutisi anni fa sui banchi del liceo, hanno unito la passione per il web e le loro competenze (Davide è laureato in Economia, Riccardo in Ingegneria gestionale) per lanciare Adamo, piattaforma gestionale in cloud dedicata a professionisti e microimprese.

La prima idea di Adamo è nata nel 2014 da un’esigenza concreta, quella di sviluppare, per il negozio di arredamento famiglia di Riccardo, un software performante e più economico di quelli allora in commercio, che consentisse di gestirne la parte amministrativa e il magazzino in maniera semplice ed efficiente. Dallo sviluppo di questa idea, che è stata l’argomento della tesi di Riccardo al Politecnico, nel Gennaio 2015 è nata Adamo, startup attualmente incubata all’I3P del Politecnico di Torino che, solo nei primi mesi di attività, ha già raggiunto e registrato 2000 aziende in tutta Italia.

Negli ultimi dodici mesi l’interesse delle aziende italiane per il cloud si è fatto decisamente più concreto e Adamo rappresenta un’opportunità innovativa per le micro-imprese e i liberi professionisti che, con pochi click, possono registrare e gestire la propria fatturazione e contabilità in modo semplice, da qualsiasi dispositivo (tablet, smartphone, pc) e su qualsiasi piattaforma tecnologica.

Parole d’ordine: semplicità e risparmio. Molto più semplice di Excel (che ancora molti usano) perché calcoli e funzioni sono preimpostati, infinitamente più economico di un qualsiasi altro sistema gestionale aziendale (il costo annuale va da 70 a 168 euro), Adamo dà ai suoi utenti la possibilità di provare gratis il servizio per 15 gg e, solo dopo, di decidere se acquistare il pacchetto annuale.

Grazie questo innovativo sistema, in concreto, microimprese e liberi professionisti potranno gestire l’aspetto amministrativo della propria attività con servizi che vanno dalla registrazione degli acquisti all’emissione delle fatture. Con svariate funzionalità aggiuntive, tra le altre l’invio e il tracciamento dei documenti via mail, documenti di trasporto, scadenziario e appuntamenti, registro degli acquisti e gestione F24. E’ possibile gestire le commissioni e monitorare tutto il processo di vendita: dal preventivo alla fattura. Il sistema è un valido alleato per gli imprenditori che vogliano organizzare con successo il lavoro di squadra: nessuno dei collaboratori dovrà scaricare nulla, tutto è in cloud e aggiornato in tempo reale con possibilità di rendere accessibile selettivamente i documenti in base a ruoli e cariche. Anche la comunicazione è trasparente ed immediata grazie alla funzione di messaggistica interna.

La piattaforma è predisposta al dialogo online con il commercialista che può connettersi direttamente all’account del cliente e ottenere in tempo reale la lista degli acquisti e delle fatture emesse e gestirne la contabilità.

Adamo si rivela particolarmente utile inoltre per chi abbia l’esigenza di gestire un magazzino, poiché offre un sistema semplice ed economico che permette di coordinare inventario, prodotti, ordini e fatture con un click.

Bancomat – rischio malware!

Gli esperti di Kaspersky Lab hanno scoperto che i bancomat sono a rischio!

È possibile accedere illegalmente a quasi tutti i bancomat al mondo e sbancarli con o senza l’aiuto di malware. Secondo una ricerca condotta dagli esperti di Kaspersky Lab, questo è dovuto all’uso diffuso di software vecchi o non protetti, ad errori nella configurazione di rete e ad una mancanza di una protezione fisica.

Per molti anni la più grande minaccia sono stati gli skimmer, dispositivi speciali collegati a un bancomat per rubare i dati dalle bande magnetiche delle carte di credito. Le tecniche malevole si sono evolute e i bancomat sono stati esposti a maggiori pericoli. Nel 2014, i ricercatori di Kaspersky Lab hanno scoperto Tyupkin, uno dei primi esempi di malware per bancomat ampiamente conosciuto, e nel 2015 hanno rilevato Carbanak, che, tra le altre cose, è in grado di sbancare un bancomat attraverso l’infrastruttura compromessa della banca. Entrambi gli esempi di attacco sono stati realizzati sfruttando molte debolezze comuni nella tecnologia bancomat e nell’infrastruttura che li supporta.

Nel tentativo di mappare tutte le problematiche di sicurezza dei bancomat, gli specialisti nei test di penetrazione di Kaspersky Lab hanno portato avanti una ricerca basata sull’analisi di attacchi reali e sui risultati delle valutazioni di sicurezza dei bancomat di numerose banche internazionali.

Problemi software

Come risultato della ricerca, gli esperti hanno dimostrato che gli attacchi malware contro i bancomat sono possibili principalmente a causa di due problematiche di sicurezza:

  • Tutti i bancomat sono PC che installano versioni molto vecchie dei sistemi operativi come Windows XP. Questo li rende vulnerabili a infezioni con malware PC e attacchi attraverso exploit. Nella maggior parte dei casi, il software che permette al PC del bancomat di interagire con l’infrastruttura della banca e le unità hardware, elaborando l’erogazione di contanti e le operazione delle carte di credito, è basato sullo standard XFS. Questa è una caratteristica tecnologica piuttosto vecchia e non protetta, creata originariamente per standardizzare il software dei bancomat, così da poter lavorare con qualsiasi dotazione indipendentemente dal produttore. Il problema è che lo standard XFS non richiede autorizzazione per i comandi che esegue, questo significa che ogni app installata o eseguita sul bancomat può inviare comandi a qualsiasi altra unità hardware del bancomat, compreso il lettore di carte e l’erogatore di banconote. Nel caso in cui un malware infetti un bancomat, avrà funzionalità praticamente illimitate di controllo dello stesso: potrà trasformare il PIN pad e il lettore di carte in skimmer ‘nativi’ o erogare tutto il denaro del bancomat grazie a un comando dell’hacker.

Sicurezza fisica

In molti casi analizzati dai ricercatori di Kaspersky Lab, i criminali non hanno dovuto usare i malware per infettare il bancomat o la rete della banca a cui era collegato. Questo è stato possibile a causa della mancanza di sicurezza fisica degli stessi bancomat, una problematica molto comune a questi dispositivi. Sovente i bancomat sono realizzati e installati in modo che una terza parte possa facilmente accedere al PC integrato nel bancomat o al cavo di rete che connette la macchina a Internet. Ottenendo anche un accesso parziale al bancomat, i criminali potenzialmente possono:

Un centro di elaborazione falso è un software che analizza i dati di pagamento ed è identico al software della banca, a parte il fatto che non appartiene alla banca. Una volta che il bancomat è ricollegato al centro di elaborazione fasullo, i criminali informatici possono eseguire qualsiasi comando vogliano e il bancomat li eseguirà.

Come evitare che i bancomat siano sbancati

“I risultati della nostra ricerca dimostrano che sebbene i vendor ora stiano cercando di sviluppare bancomat con elevate caratteristiche di sicurezza, molte banche stanno ancora utilizzando modelli non sicuri e questo li rende impreparati ad affrontare i criminali che invece sfidano la sicurezza di questi device. Questa è la realtà di oggi che provoca sia alle banche sia ai clienti enormi perdite finanziarie. Dal nostro punto di vista questo è il risultato di una falsa credenza di lunga data, secondo la quale i cyber criminali sono interessati solo ad attacchi informatici contro l’Internet banking anche se assume sempre più valore la possibilità di sfruttare le vulnerabilità,perché gli attacchi diretti a questi dispositivi accorciano in modo significativo la strada verso il denaro”, ha dichiarato Morten Lehn, General Manager di Kaspersky Lab Italia.

Sebbene i problemi di sicurezza elencati sopra molto probabilmente sono comuni in tutto il mondo, non significa che la situazione non possa essere risolta. I produttori di bancomat possono ridurre il rischio di un attacco implementando queste misure:

  • In primo luogo, è necessario rivedere lo standard XFS con una maggiore attenzione alla sicurezza e introdurre l’autenticazione a due fattori tra dispositivi e software legittimi. Questo aiuterà a ridurre le probabilità di prelievi di denaro non autorizzati, usando trojan e attacker e ottenendo un controllo diretto sulle unità bancomat.
  • In secondo luogo, è necessario implementare l’authenticated dispensing per escludere la possibilità di attacchi attraverso falsi centri di elaborazione.
  • Infine, è necessario implementare la protezione crittografica e il controllo di integrità sui dati trasmessi tra tutte le unità hardware e il PC all’interno del bancomat.

Per avere ulteriori informazioni sulla sicurezza dei bancomat è disponibile un articolo di Olga Kochetova su Securelist.com: https://securelist.it/pubblicazioni/61261/malware-and-non-malware-ways-for-atm-jackpotting-extended-cut

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