Facebook Spectrum 1.0.0 disponibile per la community di sviluppatori

Facebook ha rilasciato  Spectrum 1.0.0, la libreria open source che permette agli sviluppatori di comprimere e ottimizzare le immagini per il caricamento nelle applicazioni, preservando al contempo la massima qualità originale possibile.

Negli ultimi anni, le fotocamere dei telefoni cellulari, anche quelli più economici, sono migliorate significativamente, sia in termini di qualità delle foto che di funzionalità: abbiamo visto aumentare il numero di megapixel, sono arrivati sul mercato i telefoni con doppia (o anche tripla) fotocamera e ci sono stati importanti miglioramenti nella tecnologia HDR e nelle foto scattate in condizioni di scarsa luminosità.

[amazon_link asins=’8871923421,8850334761,1523491809,B01K3IO6Y4,1982947993′ template=’ProductCarousel’ store=’antoniosavare-21′ marketplace=’IT’ link_id=’cd49c9a9-3de3-4e9a-871f-5cbacd585029′]

L’aumento della qualità, però, ha fatto sì che i file delle immagini fossero sempre più pesanti e, di conseguenza, che il caricamento di questi file su Internet risultasse poco pratico a causa di connessioni inaffidabili (in particolare negli ambienti urbani densamente popolati o nei mercati emergenti), della preoccupazione dell’utente in merito all’utilizzo e al costo dei dati, o semplicemente dei tempi di caricamento troppo lenti.

Per rendere il processo di upload più efficiente, abbiamo sviluppato Spectrum, una libreria di elaborazione delle immagini per Android e iOS. Con Spectrum, abbiamo migliorato l’affidabilità e la qualità dell’upload di immagini in scala nelle nostre applicazioni e oggi siamo lieti di presentare Spectrum 1.0.0 alla community per scoprire come migliorerà le esperienze fotografiche nelle proprie applicazioni.

A questo link puoi trovare il blog post con tutte le informazioni relative all’annuncio: https://code.fb.com/developer-tools/spectrum/ 

Django Girls a Salerno il 29 giugno

Il 29 giugno 2018, dalle ore 9:00 alle 18:00, presso il Dipartimento di informatica dell’Università di Salerno, sito presso Via Giovanni Paolo II, 132 a Fisciano ci sarà  la prima edizione del workshop “Django Girls Salerno”

“Django Girls” è un’iniziativa che vuole contribuire al coinvolgimento del pubblico femminile nel settore digitale, avvicinando le donne alla programmazione web. Si tratta di un laboratorio gratuito della durata di una giornata aperto alla partecipazione di tutte, senza limiti di età e di background culturale, dove teoria e pratica si fondono insieme.

Ho intervistato le due organizzatrici Elena e Fiorella:

Qual è la genesi di questo evento?

Django Girls è un workshop di alfabetizzazione digitale di una giornata dove chi partecipa impara come si realizza un blog. Il nome dell’iniziativa fa riferimento alla tecnologia che viene utilizzata durante l’evento, il framework Django, un software open source per lo sviluppo di vari applicativi e scritto in linguaggio Python.
Django Girls non è solo un progetto per la divulgazione tecnologica, ma una community internazionale: nato nel 2014 nel contesto della conferenza EuroPython, si è diffuso a macchia d’olio, i workshop vengono organizzati in tutto il mondo e la comunità si è formata  nel corso degli anni, in un crescendo spontaneo. A sostegno del progetto esiste una Fondazione, nata nel 2016 e con sede a Londra, che coordina i gruppi locali, fornendo risorse e supporto per l’organizzazione di nuove iniziative. In Italia il debutto è stato nel dicembre 2015, a Roma. A Salerno, il 29 giugno 2018, c’è il workshop numero 14, e sono state toccate nel frattempo molte città della penisola, da Bari a Torino, da Trieste a Napoli.

Raccontami di Django è un framework? dimmi di più….

Django è il più popolare framework Python per lo sviluppo di applicazioni web. Nato in una media company, è oggi impiegato in molti ambiti, dalle startup ai social network. È pensato per rendere particolarmente agile lo sviluppo di applicazioni complesse grazie anche agli strumenti già integrati che non devono essere implementati da zero. È una tecnologia flessibile e scalabile, perché permette di aggiungere moduli e aggiornare l’infrastruttura tecnologica nel tempo. Django piace anche perché insegna agli sviluppatori ad essere ordinati, infatti ogni cosa deve essere al suo posto e per questo motivo muoversi nel codice di un progetto diventa un’azione semplice, e la documentazione è estremamente chiara.

[amazon_link asins=’8850328176,B013JYOYAA,B079YSJ4MG,B079YCY8BW’ template=’ProductCarousel’ store=’antoniosavare-21′ marketplace=’IT’ link_id=’82450389-709c-11e8-b448-4fcd812f8b8e’]

Citami qualche case history nell’uso di Django

Tantissimi progetti hanno alla base Django framework. Qualche esempio? Tra i più conosciuti, Instagram e Pinterest, il Washington Post. Anche la diffusissima applicazione per la gestione di commenti Disqus, e la piattaforma Prezi per le presentazioni online, sono realizzati interamente con Django.

Qual è il ruolo delle donne in questo settore?

Elena: Nel settore informatico, dal punto di vista pratico, non esiste una vera e propria distinzione di ruoli tra uomo e donna. Probabilmente dipende dal fatto che siamo poche e quindi eventuali differenze non sono così evidenti, ma per quanto riguarda la programmazione, si possono trovare sia donne che lavorano al lato front-end di un progetto web, quello di implementazione visiva, quante se ne possono trovare dal lato back-end, quello di funzionamento.La situazione cambia molto se si parla invece degli equilibri dentro l’ambiente di lavoro. In alcuni contesti ci sono ancora molti pregiudizi sulle donne programmatrici e a volte ci troviamo ad essere sottovalutate. Penso siano ancora molti i datori di lavoro ed i clienti che tendono a preferire programmatori uomini perchè, appunto, non abituati ad associare la donna al lavoro dell’informatico.Credo che alla base di tutto ciò ci sia un “problema” culturale, cioè l’idea che le scuole dove vengono insegnate materie informatiche siano più adatte ai ragazzi. Idem per quanto riguarda l’università, le facoltà più tecniche vengono solitamente preferite dai ragazzi e quindi è difficile vedere donne che si avvicinano al settore.”

Fiorella: Il nostro ruolo in questo settore non è diverso rispetto a quello degli uomini. Sicuramente le donne sono in minoranza, ma ci sono. Grazie a Django Girls sono entrata in contatto con diverse community e posso dire che si incontrano molte persone disposte ad aiutare e ad incoraggiare le ragazze che intraprendono questo lavoro. Sono stata una delle partecipanti di Django Girls Firenze nel 2016 poi coach ed infine organizzatrice. Ad Aprile ho partecipato alla conferenza PyCon Nove e devo dire di essere rimasta molto sorpresa, ho conosciuto persone stupende e sempre pronte a dare una mano. Certo capita ancora di trovare persone che credono che questo settore non sia per noi, anche se per fortuna sono un numero esiguo. Posso dire che in questi 2 anni grazie a queste community sono cresciuta e piano piano sto lavorando sempre di più per migliorarmi.”

Cosa si deve fare per evangelizzare?

Per portare un cambiamento effettivo crediamo che ci sia bisogno di più esempi di donne che lavorano in questo campo e che se ne parli sia all’interno della scuola, dell’università e delle conferenze.

E qui entrano in gioco anche i nostri workshop e le tante iniziative che stanno prendendo piede anche in Italia. Il nostro obiettivo principale è quello di avvicinare  le ragazze al mondo della programmazione e di creare una community che le possa accompagnare in questo percorso. Abbiamo attivato tra le altre cose un canale Telegram dove le ragazze che partecipano ai workshop Django Girls, oltre a rimanere aggiornate sulle attività di community possono chiedere aiuto o consigli a sviluppatrici e sviluppatori più esperti. Con questi eventi cerchiamo di far capire  che la programmazione è accessibile a tutti e che a volte l’unico limite è quello che ci poniamo noi stessi. E anche nella community tecnologica in cui siamo inserite, vediamo che negli ultimi tempi le cose stanno evolvendo. Si incontrano anche molte più donne nelle conferenze tecniche, sia come partecipanti che in qualità di speaker.

Come si può partecipare al vostro evento?

Per partecipare ai workshop Django Girls in Italia basta iscriversi dalla pagina dell’evento e rispondere alle domande che sono presenti nel form che appare. Facciamo sempre una selezione, e comunichiamo alle iscritte se sono ammesse al workshop. Il nostro principale criterio di valutazione, è la motivazione alla partecipazione, perché è dagli obiettivi personali, dall’entusiasmo e dall’impegno che secondo noi nasce un po’ tutto.

Come ultima cosa….dimmi un pregio ed un difetto di Django?

Dal punto di vista di una programmatrice o di un programmatore, un pregio di Django è che può contare su una community numerosa e molto attiva. Si possono trovare forum, blog e mailing list che ti permettono di chiedere aiuto ad altri utenti con più esperienza.  Se proprio vogliamo trovare un difetto è che la documentazione ufficiale non è tradotta in lingua italiana, ma resta altrettanto semplice ed intuitiva.


Elena: Nata a Napoli nel 1990, mi sono appassionata da subito alla tecnologia. Mi sono avvicinata al mondo dell’informatica già dalle scuole superiori e dopo il diploma ho deciso di iscrivermi alla facoltà di informatica all’università di salerno. Dopo la laurea ho partecipato ad uno degli eventi Django Girls e da allora ogni occasione è buona per inserire un po’ di Django in tutti i miei progetti lavorativi 🙂 
Fiorella: nata ad Anzio. Studentessa di Ingegneria Informatica presso l’Università di Roma Tre. Partecipante ed in seguito coach per la community Django Girls Italiana. Ha preso parte al Google Summer of Code 2017 con la community OpenWisp. Mentore del google  code-in 2017.

SWOORDS – Come nasce un mobile game

Swoords è un gioco di parole in cui due giocatori si sfidano online per trovare una parola che inizi con le ultime due lettere della parola precedente. Il team di sviluppo è costitutio da ragazzi italiani.
Ho intervistato Giuliano Ambrosio,  Co-Founder di SWOORDS
[amazon_link asins=’1476671109,1482252309,B01FIYQOZW,B078HDMV55,B01HQHR3WC’ template=’ProductCarousel’ store=’antoniosavare-21′ marketplace=’IT’ link_id=’f4e5bf3f-0024-11e8-bcbe-0dadb4f2aaa3′]
Quando hai avuto l’idea di sviluppare  un gioco di parole?
Nel 2014 davanti a una pizza con amici. Questo è stato il momento in cui, affascinato dal successo di Ruzzle in Italia e nel Mondo, mi sono chiesto quale nuovo gioco di parole si potesse trasformare come Mobile Game.
Da quel momento è nata una sfida con me stesso, ho provato a creare un prototipo e delle dinamiche di Gamification, analizzato il fenomeno Ruzzle e preso le best practice da circa 50 migliori giochi di parole sugli store App Store e Google Play.
Solo qualche anno dopo, iniziando a lavorare come Creative Strategist in AQuest (https://aquest.it), agenzia digitale creativa, ho avuto fiducia e risorse per sviluppare ed evolvere il gioco nello studio mobile game POLLSO, dedicato ad esplorare e sviluppare soluzioni di gamification legate al Mobile gaming.
 
Raccontami come funziona la dinamica di gioco? 
SWOORDS è un nuovo gioco di parole multiplayer per iOS e Android, che si basa sulle connessioni possibili tra lettere finali delle parole. 
Lo scopo è quello di trovare una parola che inizia con le ultime due lettere della parola precedente lanciata dal tuo avversario. Se ti sfidano con la parola “LOMBRICO”, la tua risposta dovrà essere una parola che inizia con ‘CO’, ad esempio ‘COLORAZIONE’. 
Hai 20 secondi di tempo e 5 Round per trovare la parola usando più lettere possibili e accumulare punteggio. Ad ogni partita le lettere nella tua tastiera avranno un punteggio diverso, scegli bene quelle con valore più alto per vincere. 
Durante il gioco per distrarre l’avversario è possibile usare delle armi e bonus, in modo da fare perdere tempo prezioso durante le sfide.
Il gioco è gratuito con dinamiche di acquisti in-app, disponibile per App Store e Google Play con la possibilità di giocare con dizionario Italiano e Inglese con un totale di oltre 600 mila lemmi. 
Quali differenze con i suoi competitor ad esempio Ruzzle?
SWOORDS vuole rompere le regole dei classici giochi di parole in tema dinamica di gioco con una nuova dinamica gioco e non clone, monetizzazione con native adv, portando cultura e coinvolgimento creando prima una community grazie ai social media.
La base di SWOORDS, poi ampliata e arricchita con dinamiche di gamification, riprende un popolare e famoso gioco chiamato Shiritori. Lo Shiritori (しりとり?) è un semplice gioco verbale comune in Giappone come passatempo. Il gioco consiste nel dire una parola che inizi con la stessa sillaba (kana) con cui finisce la parola detta dall’avversario, a formare una concatenazione continua.
Giocando a SWOORDS con gli amici o contro Doctor SWO, l’intelligenza artificiale, sarà probabile incontrare nuovi vocaboli. Proprio per questo abbiamo integrato la possibilità di scoprire il significato di tutte le parole giocate all’interno di ogni partita. In questo modo SWOORDS cerca anche di veicolare cultura mettendo in pratica le proprie conoscenze in campo linguistico e allo stesso tempo scoprire nuovi vocaboli.
SWOORDS non è un classico gioco, il suo design minimale è ottimizzato per rendere le lettere e le parole protagoniste del gioco. Abbiamo realizzato un sistema integrato di Native Adv con cui le aziende potranno sponsorizzare determinate parole e allo stesso tempo offrire vantaggi esclusivi ai giocatori dentro e fuori dal gioco. 
L’integrazione di questa soluzione permetterà alle aziende di raggiungere un pubblico mirato e non interrompere l’esperienza di gioco, ma ampliarla con vantaggi concreti durante il gaming e fuori. All’inizio dei 5 Round i giocatori visualizzeranno 4 parole bonus a testa. Le parole bonus avranno un valore doppio e permetterà di sbloccare reward digitali o scontistiche in store.
Dal punto di vista tecnico quali i linguaggi ed i tools utilizzati?
 
Il gioco è stato sviluppato con UNITY, famosa piattaforma per la prototipazione e sviluppo di giochi mobile. 
La gestione di risorse, chiamate, interrogazioni API si appoggia invece a tecnologia Azure di Microsoft, di cui siamo partner e che ci ha permesso di ottimizzare velocità e performance di gioco. 
Quanto è durata la fase di sviluppo e che difficoltà hai incontrato?
 
La fase di sviluppo è durata circa 5-6 mesi nei quali abbiamo dovuto pensare molto bene le dinamiche di coinvolgimento e di level design.
Tra le dinamiche su cui abbiamo lavorato di più sono sicuramente la schermata di gioco round e il sistema di native adv.
La schermata di gioco, dove vengono inserite le parole, ha avuto diverse trasformazioni dettate anche dei suggerimenti dei Beta Tester con i quali abbiamo potuto capire meglio cosa funzionava di più.
La dinamica di Native Adv invece, in roll-out, ha avuto in periodo interno di prove medio lungo per essere pronti al lancio pubblico per le aziende.
Primi risultati? 
  
In meno di 14 giorni dal lancio questi i risultati più significativi:

+1 Milione di views su App Store

+20K Download totali (iOS + Android)

+3K Giocatori attivi al giorno

+150K Round giocati al giorno (media di 10 partite/giocatore)

 Best Of the Day su Product Hunt (10 GEN)
 Google Play:  tra le “applicazioni di tendenza” (11 GEN)
 Google Play: 1° tra le “novità giochi basati sulle parole” (12 GEN)
 App Store:  in “Giochi di Parole” (13 GEN)
 App Store: In vetrina ITA tra “Nuovi giochi che adoriamo” (13 GEN)
 App Store: 10° in “Giochi Trivial” (14 GEN)
 App Store: Nella “Top 100 Giochi Gratis” (14 GEN)
Prossimi passi?
Tra i prossimi step, c’è la volontà di entrare nelle scuole con lo scopo di presentare SWOORDS, ma allo stesso tempo condividere valore in termini di Gamification Mobile, Native Adv e attività di Marketing usate per il lancio.
Pensiamo che i suggerimenti di un target millennials e nativo digitale possano migliorare il gioco.

Nelle versioni successive introdurremo le parole bonus (Native Adv), nuovi dizionari come lo Spagnolo e possibilità di personalizzare i propri dizionari su tematiche specifiche.

 
——–
Giuliano Ambrosio, Creative Strategist @AQuest & Co-Founder SWOORDS.
Giuliano Ambrosio è un consulente in strategie digitali da oltre 8 anni, ha lavorato per diverse agenzie italiane di comunicazione e aziende internazionali.
Conosciuto sul web come “JuliusDesign“, Giuliano ha maturato il proprio personal branding grazie al suo blog personale lanciato nel 2007, in cui tuttora condivide guide e riflessioni sul mondo digitale. 
Il suo lavoro come consulente consiste nella ricerca e applicazione di concept creativi, attività, meccaniche e soluzioni in campo Digital e Social Media seguendo un approccio strategico.  Lo scopo è quello di ottenere gli obiettivi stabiliti, utilizzando e studiando insights, tecnologie e canali media a disposizione adeguati alla comunicazione del Brand.
Durante la sua carriera ha avuto modo di maturare competenze in Comunicazione Digitale e Strategie di Social Media Marketing in diverse agenzie, J. Walter Thompson, M&C Saatchi, HUB09, Done!Group, ProDea, YoungDigitals dove ha avuto il privilegio di lavorare per clienti come Motivi, Gillette, Abarth, Gruppo Generali, Alfa Romeo, Hasbro, Unicredit.
Inoltre Giuliano ha prestato docenza per il Master IED in Digital Media Management a Milano e formazione in strategie digitali per l’Università di Torino. Co-organizzatore del Mashable Social Media Day Italy 2016 e Mentor del TEDxTorino 2017. Docente del Master 2017-2018 in Social Media Marketing di Ninja Academy
Da Gennaio 2016 è Creative Strategist in AQuest, agenzia digitale creativa con sede a Verona e Londra.

Netflix Open Connect

Netflix  riesce ad offrire un’esperienza eccellente per la visione dei propri contenuti in 190 paesi allo stesso tempo.

Tutto questo è possibile grazie a Netflix Open Connect, la Content Delivery Network a distribuzione globale che eroga il 100% del traffico video Netflix, che attualmente supera i 125 milioni di ore di visione al giorno. Questo equivale a picchi di traffico simultanei di decine di terabit al secondo e fa di Netflix Open Connect una delle reti di maggiore volume del mondo.

Al seguente link è disponibile una spiegazione del funzionamento di Open Connect: https://media.netflix.com/it/company-blog/how-netflix-works-with-isps-around-the-globe-to-deliver-a-great-viewing-experience

Netflix collabora con gli Internet Provider di tutto il mondo per offrire un’esperienza di qualità agli spettatori.

Questa mappa della  rete dà un’idea della loro crescita  negli ultimi cinque anni.

Ubicazioni degli ISP Internet Exchange Point (le dimensioni dei cerchi sono proporzionali al volume)

A livello globale, quasi il 90% del traffico è erogato tramite connessioni dirette tra Open Connect e gli ISP utilizzati dagli abbonati per accedere a Internet. La maggior parte di queste connessioni sono localizzate nel punto di interconnessione regionale geograficamente più vicino all’abbonato.

Come funziona Open Connect?

Come hanno spiegato in un recente post nel loro blog, Netflix utilizza il cloud AWS di Amazon per le sue esigenze generiche di cloud computing scalabile. Tutto ciò che deve accadere prima che l’abbonato avvii la riproduzione di un contenuto avviene essenzialmente in AWS, compresa tutta la logica dell’interfaccia dell’applicazione, l’esperienza della scoperta e della selezione dei contenuti, gli algoritmi per i consigli, la transcodifica, eccetera. Utilizzano AWS per queste applicazioni perché le esigenze legate a questo tipo di cloud computing non sono specifiche di Netflix e così possono sfruttare la facilità d’uso e la crescente “commoditizzazione” del mercato cloud.

Tutto ciò che accade dopo che l’abbonato preme il tasto Play è invece specifico di Netflix e la loro crescente esigenza di scalabilità in questo settore ha rappresentato un’opportunità per creare una maggiore efficienza per l’erogazione dei loro contenuti e per Internet in generale.

Per capire meglio come avvenga tutto questo, diamo un’occhiata più da vicino a come è nata Open Connect ed a come funziona:

Netflix Open Connect è stata sviluppata originariamente nel 2011 (e annunciata nel 2012), in risposta alla continua crescita del volume di streaming di Netflix. Dal lancio del servizio di streaming nel 2007, Netflix ha rappresentato una quota significativa e crescente del traffico Internet in tutti i mercati in cui era presente. Anche se le CDN di terze parti facevano un buon lavoro nel distribuire i contenuti di Netflix (in aggiunta a contenuti Internet di ogni genere), presto si sono resi conto che  potevano essere molto più efficienti, grazie alle conoscenze sull’utilizzo di Netflix da parte degli abbonati. Per quanto il numero e le dimensioni dei file che costituiscono la loro libreria di contenuti siano sconcertanti, sono in grado di utilizzare sofisticati modelli di popolarità per assicurarsi che il file giusto sia sul server giusto al momento giusto. Questi algoritmi avanzati si basano in parte sullo stesso approccio e sugli stessi dati su cui si fondano i loro sistemi all’avanguardia per generare consigli per gli abbonati.

Questo preposizionamento dei contenuti gli consente di evitare un utilizzo significativo della capacità strutturale di Internet. Prendiamo ad esempio il continente australiano. Tutti gli accessi a contenuti Internet che non hanno origine in Australia avvengono tramite una serie di cavi sottomarini. Anziché utilizzare questa costosa capacità per il traffico generato da Netflix, copiano ciascun file una volta sola dal loro archivio di transcodifica agli archivi dislocati nel territorio australiano. Ciò avviene durante le ore non di punta, senza competere con altro traffico Internet. Una volta all’interno del continente, ciascun file viene replicato su dozzine di server Open Connect all’interno della rete di ogni ISP.

Oltre a mettere in pratica il concetto basilare del preposizionamento dei contenuti, si sono concentrati anche sulla creazione di una combinazione efficiente di hardware e software per le  Open Connect Appliance. Questa specializzazione e ottimizzazione gli ha consentito di incrementare l’efficienza delle OCA di diversi ordini di grandezza dall’inizio del programma. Siamo passati da un throughput di 8 Gbps da un solo server nel 2012 a oltre 90 Gbps da un solo server nel 2016.

Allo stesso tempo, le Open Connect Appliance sono diventate più piccole e più efficienti a livello energetico. In pratica il server che deve essere alimentato e raffreddato ogni volta che un abbonato Netflix guarda una serie TV o un film occupa uno spazio minore e utilizza meno energia. Tanto che l’erogazione dei contenuti ha un’impronta di carbonio neutrale.

16 giugno Cava dei Tirreni (SA) DON’T DREAM IT. MAKE IT! EVENTO FINALE DI PRESENTAZIONE DEI PROGETTI VINCITORI

Il 31 maggio scorso la Mediterranean Academy of Architecture e Amor Vacui/ Pretesti di Architettura hanno proclamato i cinque vincitori “Don’t Dream It. Make It!”, il design contest che ha come tema la progettazione di oggetti modulari per un sistema espositivo in cartone.

I cinque migliori progetti, selezionati dalla prestigiosa giuria di DDIMI, si sono distinti per l’originalità dell’idea e la buona coerenza con le richieste del bando.
I giovani creativi si sono aggiudicati un innovativo premio: un workshop esclusivo sulla cultura e la conoscenza del progetto di design dalla progettazione alla prototipazione.
I cinque ragazzi provenienti da tutta Italia si sono riuniti presso il Mediterranean FabLab , terzo piano del MARTE Mediateca Arte Eventi di Cava de’ Tirreni. Guidati dai tutor del Mediterranean Fab Lab stanno vivendo una vera e propria esperienza da maker durante i 4 giorni di workshop che prevede un intenso programma di attività:

Giovedì 13 giugno
Ore 9.00 saluto di benvenuto e presentazione del workshop.
Ore 9:30 – 13.30 sopralluogo alla Cartotecnica CRTS, per una conoscenza diretta del materiale e dei
macchinari utilizzati per la fabbricazione.
Ore 15:00 – 19:30 laboratorio progettuale per una discussione critica dei progetti presentati.
Venerdì 14 giugno
Ore 9:30 – 13.30 introduzione alla modellazione digitale con Rhino 3D
Ore 15:00 – 18.00 laboratorio progettuale per ottimizzazione progetti
Ore 18:00 prima prova di taglio
Sabato 15 giugno
Ore 10:00 – 13.30 laboratorio progettuale per una seconda ottimizzazione dei progetti.
Ore 16:00 stampa e taglio pezzi
Domenica 16 giugno
Ore 10:00 – 18.30 rifinitura degli oggetti e montaggio
Ore 19:00 Finissage contest “Don’tdreamit. Makeit”. Mostra e presentazione oggetti e progetti vincitori
I cinque vincitori si sono confrontati con il loro progetto, hanno preso coscienza del materiale e hanno messo in crisi alcuni aspetti deboli della loro proposta, fino ad arrivare a nuove riflessioni e configurazioni.
L’appuntamento è per domani 16 giugno dalle ore 19.00 sulla terrazza del MARTE, dove l’azienda cartotecnica CRTS sarà lieta di offrire un rinfresco.
L’evento finale di DON’T DREAM IT. MAKE IT! si inserisce nella giornata di festa del MARTE per il suo secondo compleanno.
Per info e contatti: http://www.dontdreamitmakeit.com/
https://www.facebook.com/DontDreamItMakeIt?fref=ts
https://www.facebook.com/events/634842009876798/?fref=ts

Capri Trendwatching Festival – Videointervista a Massimo Banzi, Arduino

A Capri ho intervistato Massimo Banzi, fondatore di Arduino. A lui ho chiesto se immaginava che qualche anno dopo la sua invenzione sarebbe scoppiata la rivoluzione dei Makers, ripercorso la storia di Arduino dal punto di vista imprenditoriale e parlato di startup

“In Italia si parla molto di startup ma spesso solo nel settore del web. Inoltre bisogna fare attenzione perché nel caso di successo sono destinate a emigrare verso Londra, Berlino o San Francisco. Credo sia necessario cambiare punto di vista e investire invece sui makers creando realtà che siano vicine ai processi produttivi locali, ciò permetterebbe di creare davvero sviluppo”.

 

 

Arduino è un framework open source che permette la prototipazione rapida e l’apprendimento veloce dei principi fondamentali dell’elettronica e della programmazione. È composto da una piattaforma hardware per il physical computing sviluppata presso l’Interaction Design Institute, un istituto di formazione post-dottorale con sede a Ivrea, fondato da Olivetti e Telecom Italia. Il nome della scheda deriva da quello di un bar di Ivrea (che richiama a sua volta il nome di Arduino d’Ivrea, Re d’Italia nel 1002) frequentato da alcuni dei fondatori del progetto.

Questa si basa su un circuito stampato che integra un microcontrollore con pin connessi alle porte I/O, un regolatore di tensione e quando necessario un’interfaccia USB che permette la comunicazione con il computer.

Arduino ha un ambiente di sviluppo integrato (IDE) multipiattaforma per Linux, Apple Macintosh e Windows.

Questo software permette anche ai novizi di scrivere programmi con un linguaggio semplice e intuitivo derivato da C e C++ chiamato Wiring, liberamente scaricabile e modificabile.

Il Capri Trendwatching Festival, è un evento promosso dalla Fondazione Capri e a cura della trendwatcher Elena Marinoni, che si propone di indagare i contorni del futuro prossimo attraverso dati di ricerca, case history, workshop e open lectures.

Oggetto di indagine del CTWF, una mappatura ragionata dei trend emergenti capaci di orientare nel medio termine comportamenti sociali, consumi, lifestyle, evoluzioni del gusto, del costume e dell’estetica.

Articolo Pubblicato su Data Manager il 10/5/2013 – http://www.datamanager.it/news/capri-trendwatching-festival-videointervista-massimo-banzi-arduino-46738.html

Videointervista a a Danny Sabbah General Manager di IBM Rational

Danny è non solo un manager di altissimo profilo ma sopratutto un uomo che vive e si nutre di tecnologia, è stato tra i fondatori di Eclipse ed è la persona che sta guidando IBM nel mondo Open Source nell’era della collaboration. Con lui abbiamo parlato di strategia, di futuro dello sviluppo software, di Business Technology…etc.

PARTE 1

“Ogni volta che viene introdotta una nuova tecnologia in azienda è necessario focalizzarsi sull’allineamento tra IT e business, la tecnologia stand alone non ha senso se non contribuisce a produrre risultati di business, tuttavia non esiste una soluzione magica per fare ciò”

 

PARTE 2

“La governance è strategica se la intendiamo come dotarsi dei migliori strumenti per gestire le informazioni aziendali e pertanto permettere di prendere le migliori decisioni possibili “

 

 

IMussolini, polemiche e censura

Qual è il confine tra il diritto di autore ed il diritto alla conoscenza, la storia a chi appartiene?”

Uno delle applicazioni più scaricate sugli iPhone italiani è un'applicazione che permette di leggere, vedere e ascoltare tutti i discorsi di Benito Mussolini.

L'applicazione ed è stata ideata da Luigi Marino giovanissimo imprenditore napoletano. Nei primi giorni che era online c’è stato un vero e proprio boom di download, poi sono arrivate le polemiche e financhè la censura. A Luigi Marino abbiamo fatto alcune domande:

Leggi tutto “IMussolini, polemiche e censura”

India, la nuova frontiera dello sviluppo Software

L’offshore consente alle aziende di mantenere un focus sulle attività che rappresentano il proprio core business e generano valore

La globalizzazione del mercato del lavoro ha influenzato anche il settore ICT  evidenziando gli squilibri economici tra gli stati occidentali e  gli stati emergenti, offrendo allo stesso tempo importanti opportunità. La delocalizzazione dello sviluppo software in nazioni maggiormente competitive dal punto di vista economico può rappresentare un’opportunità di business interessante, particolarmente per progetti di grosse dimensioni. Tuttavia, l’offshore rappresenta anche un rischio non indifferente, perchè costringe a muovere passi in terreni spesso inesplorati, costringendo a ripensare il processo di sviluppo, l’organizzazione dei gruppi di lavoro, le modalità e gli strumenti di comunicazione, l’infrastruttura tecnologica e la gestione complessiva del progetto, introducendo nuove (spesso sorprendenti) variabili. Ne abbiamo parlato con Anna CotroneoYann Le Gouic giovani managers di SapnaSolutions

Leggi tutto “India, la nuova frontiera dello sviluppo Software”

ISF – L’informatica no profit

L’informatica non è solo tecnologia, ma come dimostra l’esperienza di ISF anche cuore e speranza. Le competenze ed il know how nel campo dei sistemi informativi se ben usati possono contribuire ad aiutare chi è in difficoltà, possono contribuire a realizzare progetti importanti come la costruzione di un ospedale o magari la ricostruzione dell’Università dell’Aquila.

Di questo abbiamo parlato con Girolamo BotterPresidente di Informatici Senza Frontiere

Leggi tutto “ISF – L’informatica no profit”

Exit mobile version

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi