Internet, dalla new economy allo sviluppo sociale

New economy, e-business, rivoluzione digitale, globalizzazione,  spesso, anzi sempre quando si parla di Internet sui media, sentiamo echeggiare queste parole. Affari affari e solo affari, il mondo è  mosso dall’economia ed in questo momento Internet ne è il motore. 

I paesi avanzati stanno basando sempre di più i loro sistemi produttivi, amministrativi e comunicativi sulle nuove tecnologie digitali. Internet gioca un ruolo sempre più importante nell’allocazione dei prodotti, della forza lavoro e di tutti gli altri fattori produttivi. La comunicazione e l’informazione hanno trovato nella Rete un mezzo insostituibile e oramai basilare.

Le nuove possibilità

Le possibilità che offre la Grande Rete, però sono anche altre, migliorare le condizioni di vita di interi popoli, ora estremamente disagiati, è un obiettivo che può essere raggiunto con le nuove tecnologie; queste, sebbene non riescano a portare fisicamente acqua e cibo, tuttavia possono efficacemente dare le informazioni necessarie su come procurarlo. Numerose sono le iniziative congiunte su vasta scala, in convergenza con le grandi agenzie internazionali della famiglia ONU e in sinergia con tutto il mondo delle ONG e del volontariato.

La sfida

L’introduzione e la diffusione delle ICT stanno profondamente mutando anche i rapporti sociali. Data la portata di questa trasformazione, si parla di una vera e propria “rivoluzione digitale”, i cui effetti, positivi e negativi, sono oggetto di discussione teorica e politica. Le possibilità offerte dalle ICT anche nei paesi cosiddetti emergenti sono molteplici e di grande efficacia (telemedicina, università virtuali,  sistemi di monitoraggio ambientale e metereologico, tanto per fare alcuni esempi), per cui l’utilità e l’importanza delle ICT in tutti paesi, siano essi più o meno sviluppati, è innegabile

L’esempio del Libano

“Vogliamo  piantare al posto delle mine, un albero ancora più grande , con rami che passano in tutto il mondo” De Mistura rappresentante delle Nazioni Unite impegnato nel programma Infopoverty per la internettizzazione delle scuole del Libano

Nella zona più esplosiva del Medioriente i giovani sono isolati, disconessi dalla realtà: i computer ed internet sono l’inizio di un nuovo dialogo con il mondo.

All’esterno, ma anche all’interno, ci sono 18 etnie diverse, nelle scuole si impara così a conoscere i coetanei del paesino accanto, a dialogare con loro, a condividere gli interessi e le passioni, come la musica.

Problemi

Tutto ciò non è facilmente realizzabile a causa del crescente divario fra Nord e Sud dal punto di vista degli accessi fondamentali quali la salute, l’istruzione, un tenore di vita dignitoso, la democrazia e i diritti umani.

Questi accessi condizionano a loro volta l'accesso alle nuove tecnologie, allo stesso modo in cui l'esclusione e l'emarginazione sociale, l'esclusione dai processi decisionali e democratici, condizionano e vengono aggravati dalla esclusione dall'utilizzo delle nuove tecnologie.

Il digital divide

Per Digital Divide si intende alla lettera divario, divisione digitale: esso viene inteso come mancanza di accesso e di fruizione alle nuove tecnologie di comunicazione e informatiche. Secondo le stime dell’Unesco, solo il 12% della popolazione mondiale ha accesso a forme di tecnologia avanzate.

Tutti gli altri sono tagliati fuori da quel libero scambio di dati, informazioni, idee che rappresenta una delle maggiori conquiste dell’uomo.

Un esempio choc? Ci sono più accessi alla Rete nell’isola di Manhattan che in tutta l’Africa

Il digital divide, visto il vorticoso progredire di queste tecnologie, rischia  di incrementare ulteriormente la forbice tra paesi sviluppati e non. Sarebbe un errore pensare che portando un computer in ogni capanna il problema dell'acqua potabile sia risolto, ma sicuramente le nuove tecnologie, se organicamente introdotte, potrebbero, in tempi e modi adeguati, diventare uno strumento di sviluppo e conoscenza.

Il futuro

Le Nazioni Unite si sono poste un obiettivo:entro il 2010, ogni villaggio del pianeta dovrà avere almeno un accesso ad Internet.

L'avvento di 'Internet 2', della larga banda satellitare e dei nuovi kit di ricezione e diffusione a terra, può costituire veramente una svolta positiva, sia in ordine economico sia scientifico-culturale.

In questo modo potremo forse evitare che il valore delle attuali scoperte tecnologiche possa vanificarsi in scialbe applicazioni, invece di essere potenziato al massimo livello rispetto alle esigenze che la nostra civiltà ormai ha individuato come fondanti il suo stesso esistere: i diritti umani e il diritto per tutti, individui e comunità, a una vita dignitosa, pacifica e feconda.

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