“Servono regole e meccanismi abilitanti per favorire lo sviluppo della green economy, purtroppo sento sempre parlare di innovazione ma fatico a vederla nella realtà italiana”

L’Italia non è certo un paese Green, basti pensare all’incapacità di gestire il ciclo dei rifiuti o alla mancanza di banda larga in buona parte dello Stivale. Eppure tutti dovremmo muoverci e darci da fare se vogliamo avere un futuro migliore per noi e per i nostri figli. Uno di quelli che si impegna molto soprattutto sulle tematiche dell’accesso alla Rete è Mauro Lattuada – Presidente dell’Associazione Green Geek, eco quello che mi ha raccontato:

Si è parlato tanto di green economy, solo moda o stavolta c'è qualcosa di concreto?

No, sono certo che ci sia qualcosa di concreto, è il campo in cui operiamo da anni, e finalmente la gente inizia ad occuparsene seriamente. Certo, l’assenza di un piano energetico nazionale, l’assenza della Provincia, della Regione, del Comune non aiuta, ma non smettiamo di crederci. Abbiamo seguito molti esperimenti, tra Milano e Roma, e l’interesse per la materia è sempre più alto. Diffidare dalle improvvisazioni, e degli eccessi del fotovoltaico (mercato che ancora fatico a comprendere), e tanto spazio alle nuove tecnologie. Il termo fotovoltaico, il mini eolico, la micro produzione locale, il solare a concentrazione sono il domani sia dell’economia, sia della green economy, che è certa che bastino molti pali eolici per evitare troppe centrali nucleari.

In Italia cosa è cambiato?

Purtroppo poco, perché non essendoci un disegno generale tante risorse lavorano in una giungla di burocrazia, di norme, di permessi. Tempo fa alcuni amici dell’università di Ferrara hanno perfezionato un sistema misto di ricerca solare e concentrazione, Rondine: il conto energia purtroppo non la prevede come tecnologia finanziabile e, come aveva appena fatto Rubbia, sono dovuti andare a cercare i fondi in Spagna. Noi  aspettiamo da 16 mesi la risposta dalla regione per una nostra tecnologi innovativa che vorremmo sviluppare, e quasi sempre le piccole realtà non riescono a sfruttare simili occasioni di crescita. Servirebbe una vera organizzazione del settore, che dia regole e controlli i meccanismi, sento sempre parlare di innovazione ma fatico a vederla nella realtà italiana.

Con l'associazione Green Geek ti stai battendo per il wifi libero, quali sono i primi risultati?

Entusiasmanti: abbiamo creato un'onda che è partita e non si ferma, che contagia i circoli local, gli enti, le associazioni mettendole in contatto, schierate per un comune obiettivo.  Ottenere Internet come diritto è un battaglia che nasce dal Wifi, prosegue con i servizi, e termina con la digitalizzazione della pubblica amministrazione. E' un processo lungo e complicato, ma la nascente collaborazione che  vede impegnati Roma, con provincia Wifi, così come la Sardegna e Milano, insieme a Venezia per il libero wifi mi fa ben sperare. Stiamo installando una trentina di antenne in luoghi interessanti, e pian piano riempiremo a macchia d'olio la città. Abbiamo iniziato le trattative anche con Napoli, dove spero presto inizieremo a mettere le prime antenne.

Ed il futuro, davvero ci sarà la liberalizzazione degli accessi?

Non credo, ahimè, che accadrà mai: l'obbligo di mantenere un log. file rimarrà, come ha senso che sia, la notizia apparsa sull'ANSA di qualche giorno fa suonava molto "campagna elettorale". Se aprissimo, senza preparazione in materia, tutti gli hot spot attualmente muniti di password decreteremmo l'indebolimento generale di tutte le architetture connesse agli hot-spot. Un divertimento incredibile per gli hacker, un po' meno per gli utenti meno preparati. Quindi non prendo nemmeno in considerazione, per ora, l'idea che accada, si deve regolamentare e semplificare le procedure, questo si. La nostra soluzione è già compliant per questa e la "probabilmente" prossima modificate normativa.

In che modo l'economia e la società ne beneficeranno?

Se si operasse come a Venezia, dal Vega, dove le aziende si interconnettono a 300 mb ed hanno una completa architettura di cloud con cui lavorare, ne beneficerebbero tantissimo. siamo lontani da quel risultato, ma la rotta giusta da seguire è quella, facendo andare il business alla stessa velocità dei server di Michele Vianello e del suo sogno.

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Mauro Lattuada un Green Geek, che si occupa di reti e tecnologie domotiche e di risparmio energetico. Esperto di tecnologia, di WiFi, di economia di scala nelle costruzioni intelligenti ed ecocompatibili ( progetta case sugli alberi domotiche e video sorvegliate, deformazione professionale), e di altre amenità come l’impatto del web 2.0 sul futuro dell’economia. Crede in Google, mal sopporta Bill Gates (nonostante abbia molto apprezzato i suoi libri), condivide le politiche economiche di Jeffery Sachs e adora Gary Hamel e le sue teorie sulla società 2.0, legge Shakespeare ed ascolta Guccini.

Pensa che per cambiare il sistema l’unico modo sia essere noi a cercare di farne un pezzetto. Il suo motto? Improvvisare, adattarsi, risolvere!

 

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