Workaholism, lavorare troppo fa male…ecco lo studio che lo dimostra!

Il Workaholism, a lungo associato in alcune parti del mondo, con un etica del lavoro laborioso, può svilupparsi in una dipendenza psicologica in piena regola.

Uno studio recentemente pubblicato su 16.426 adulti che lavorano in Norvegia ha dimostrato che tutti quelli affetti da workaholism hanno significativamente più probabilità di avere problemi psichiatrici.

i ricercatori di psicologia, guidati da Cecilie Schou Andreassen presso l’Università di Bergen in Norvegia, hanno trovato un forte legame tra workaholism e ADHD, disturbo ossessivo compulsivo, ansia e depressione. In particolare:

-32,7% Di maniaci del lavoro soddisfa i criteri di ADHD, rispetto al 12,7% dei non-maniaci del lavoro

-25,6% Di maniaci del lavorosoddisfa  i criteri OCD, rispetto al 8,7% dei non-maniaci del lavoro

-33,8% Di maniaci del lavoro soddisfa  i criteri di ansia, rispetto al 11,9% dei non-maniaci del lavoro

-8,9% Dei maniaci del lavoro soddisfa  i criteri di depressione, rispetto al 2,6% dei non-maniaci del lavoro

“Portare  il lavoro alle estreme può essere un segno di problemi psicologici o emotivi più profondi”, ha detto Schou Andreassen in un comunicato. “Se questo riflette le vulnerabilità genetiche sovrapposte, disturbi che portano a workaholism o, al contrario, workaholism  che causa tali disturbi, rimane ancora  incerto.”

In entrambi i casi, se il superlavoro sta avendo un grave impatto negativo sulla vostra vita, aumentare il carico di lavoro potrebbe essere un segno di disagio, piuttosto che di aiuto.

The Relationships between Workaholism and Symptoms of Psychiatric Disorders: A LargeScale Cross-Sectional Study

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Nasce Giffoni Crowdfunding

Crowdfunding, Giffoni e DeRev lanciano la piattaforma di raccolta fondi per progetti creativi, artistici e culturali

Giffoni Experience scommette sul crowdfunding e lancia la piattaforma di raccolta fondi per supportare e finanziare le migliori idee creative e i progetti artistici e culturali.

Realizzata e gestita da Giffoni Innovation Hub in collaborazione con DeRev, il principale operatore italiano del crowdfunding recentemente nominato tra i primi cinque in Europa secondo un rapporto della Commissione Europea, Giffoni Crowdfunding rappresenta l’impegno in prima persona da parte di Giffoni nell’affiancare e accelerare gli artisti emergenti, le startup, gli enti pubblici e le organizzazioni nel mondo delle industrie creative e culturali.

COME FUNZIONA
Dal cinema al design, dalle arti figurative al teatro, dalle startup culturali agli eventi: attraverso la sezione “Proponi un progetto” del sito www.giffonicrowdfunding.com è possibile inviare la propria candidatura sia come persona fisica, che come associazione, fondazione, azienda o ente pubblico.

Il team di Giffoni, in collaborazione con i consulenti di DeRev, valuterà le candidature selezionando i progetti più interessanti e in linea con i valori e la mission, offrirà consulenza nel lancio di ciascuna raccolta fondi e una campagna di visibilità e promozione attraverso ufficio stampa e social media.

Inoltre, le campagne più meritevoli e di successo verranno invitate al Giffoni Film Festival, in programma dal 15 al 24 luglio 2016, dove saranno protagonisti del Crowdfunding Day e potranno presentare il proprio progetto a creativi, giornalisti, produttori, istituzioni e operatori culturali.

I PROGETTI
Per la prima sessione di crowdfunding, i progetti selezionati in partnership con Crowdfest, il primo evento italiano dedicate alla raccolta dal basso, sono Ciaklist, una piattaforma digitale rivolta ai professionisti dell’industria audiovisiva e cinematografica, e BIN Magazine, un trimestrale dedicato al design per la promozione dei talenti italiani nel mondo. Da oggi fino al 31 luglio 2016, i due progetti verranno dunque accelerati e finanziati attraverso la loro campagna di crowdfunding già online sulla piattaforma di Giffoni www.giffonicrowdfunding.com e verranno presentati dal 15 al 24 luglio nel corso della 46esima edizione del Giffoni Film Festival.

Grazie al crowdfunding si invertono i ruoli: il pubblico diventa protagonista e produttore di un’opera artistica o un bene culturale e non solo spettatore” – ha spiegato Roberto Esposito, fondatore e CEO di DeRev – “Dall’altro lato, gli autori non si limitano all’aspetto artistico ma imparano ad essere manager di se stessi, presentando un progetto non solo valido dal punto di vista artistico ma anche credibile e realizzabile agli occhi di un produttore, un ente o un operatore culturale”.

Giffoni Crowdfunding nasce con l’obiettivo di creare una connessione tra i talenti creativi e le organizzazioni che vogliono promuovere un progetto culturale con il mercato delle industrie creative, sia italiano che internazionale – ha dichiarato Luca Tesauro, fondatore e CEO di Giffoni Innovation HubIn questo senso, Giffoni è il soggetto ideale per aiutare tutti quelli che intendono costruire un progetto credibile ed efficace da proporre al pubblico e da finanziare con il supporto di sostenitori e appassionati. Con oltre 45 anni di storia, il brand Giffoni diventa quindi opportunità per un intero Paese: opportunità di dare concretezza alle idee, di valorizzarle e farle crescere”.

Watly la macchina che purifica l’acqua con il sole

Watly lancia la campagna di crowfunding per costruire la macchina che purifica l’acqua con il sole

La tecnologia permetterà di purificare l’acqua contaminata, di produrre energia elettrica e di fornire una connessione internet alle comunità più bisognose.

Watly, società pluripremiata nel campo delle tecnologie pulite ha lanciato una campagna di crowdfunding su Indiegogo per consentire ai suoi sostenitori di diventare parte integrante del suo progetto, che si prefigge di risolvere i problemi relativi alla scarsità di acqua, energia e connettività.  I donatori più generosi avranno la possibilità di unirsi al team di Watly in Africa e participare al documentario di Discovery Channel che seguirà il processo di messa in funzione della tecnologia.

Il sistema è il primo computer termodinamico al mondo che fornisce contemporaneamente acqua, energia e connettività alle comunità più vulnerabili del pianeta. La macchina, utilizzando l’energia solare, può purificare fino a 5000 litri d’acqua al giorno.

Watly ha già avuto un primo riconoscimento del suo potenziale trasformativo dall’Unione Europea, assicurandosi il premio Horizon 2020 e un finanziamento di circa 2 milioni di euro con il quale è stato costruito il modello pre-industriale Watly 2.0. Con il lancio della campagna su Indiegogo, anche i privati avranno l’opportunità di sostenere il progetto di Watly che si propone di cambiare la vita a chi ne ha più bisogno.

La raccolta fondi servirà alla produzione di Watly 3.0, il primo modello operativo che, combinando le tre funzionalità chiave di acqua, energia e connettività, sarà in grado di produrre risorse di prima necessità per 3.000 persone ogni giorno per almeno 15 anni.

Altri sostenitori della campagna potranno visitare la fabbrica in Italia ed assistere alla costruzione della macchina o alla stampa 3D del modello di Watly. Infine, altri sostenitori avranno il loro nome inciso sulla macchina Watly 3.0 come segno di riconoscenza per chi ha contribuito a trasformare il progetto in realtà.  La campagna su Indiegogo si è aperta giovedì 7 aprile  e terminerà alla fine del  mese.

“Il nostro obiettivo è di migliorare lo standard di vita per il maggior numero di gente bisognosa nel mondo. Con l’erogazione di acqua pulita e la fornitura di energia elettrica e connettività, vogliamo mettere le comunità più povere nella condizione di poter esprimere il loro potenziale. Fornendo tre funzioni fondamentali per lo sviluppo della vita, Watly consente alle persone la possibilità di dedicarsi all’istruzione, allo sviluppo di se stessi e all’attivita economica. A differenze della donazioni, che hanno un carattere per lo più estemporaneo, la nostra vuole essere una soluzione definitiva ai problemi che affliggono le comunità più deboli, ” ha dichiarato Marco Attisani, CEO di Watly.

“Watly è un’infrastruttura intelligente che sta portando l’“Internet delle cose” in luoghi dove mancano internet e beni primari. Solo quando viene utilizzato per migliorare le sorti mondo, internet raggiunge il massimo del potenziale”, ha concluso Marco Attisani.

A seguito del successo del prototipo precedente, Watly 2.0, dove gli abitanti del villaggio di Abenta in Ghana hanno potuto bere l’acqua potabile prodotta dalla macchina, Watly sta attualmente costruendo la versione definitiva della macchina ( 40 metri di lunghezza per 15 tonnellate di peso) che nei suoi 15 anni di servizio può ridurre la quantità di emissioni di gas serra fino a 1.000 tonnellate, pari a 2.500 barili di petrolio.

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Watly intende fornire soluzioni ad alcuni dei fondamentali bisogni umani: l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, la disponibilità di energia elettrica e della connettività. La sua missione è quella di migliorare la qualità di vita della persone in tutto il mondo.

La macchina  Watly si prefigge di fornire le comunità di tutto il mondo i  tre pilastri per lo sviluppo in un’unica soluzione. Il suo scopo principale non è solo di fornire questi servizi, ma soprattutto  di arrecare benessere e favorire il progresso dei popoli.

Una singola Watly è una macchina a sé stante, ma due o più macchine possono diventare una rete auto-alimentata, auto-sostenuta e multifunzionale. Un numero crescente di moduli  presenti in tutto il mondo, contribuirà a formare la prossima grande cosa, il cosiddetto “Energynet” – la smart-grid globale in cui l’acqua e l’elettricità si combinano con le tecnologie dell’informazione.

Autismo e tecnologia….il ruolo dei Robot!

Oggi è  la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo.
I luoghi simbolo, di tutte le città del mondo si coloreranno di blu, per far conoscere un mondo complesso e per sensibilizzare su una sindrome che compromette la vita di molti bambini.

Una giornata di sensibilizzazione promossa dall’Onu che vedrà molte iniziative volte a promuovere la conoscenza di questa disabilità.

La Fondazione Italiana per l’Autismo, con la partecipazione del Ministero dell’Istruzione, Università e ricerca (Miur), coordinerà una serie di iniziative dal 28 marzo al 6 aprile prossimi, per informare, formare e sensibilizzare il mondo della scuola su questa sindrome.

Anche quest’anno il Miur si fa promotore di una serie di iniziative: dall’istituzione di sportelli per l’autismo a un concorso per le scuole.

E la tecnologia cosa può fare per vincere questa partita?

Ne ho parlato con Daniele Lombardo, founder di Behaviour Labs 

Qual è la storia dei Behaviour Labs?

Questa storia d’amore inizia da una passione radicata fin dalla nostra infanzia: io e Marco, come tanti fratelli, ci immedesimavamo sin da piccoli nelle gesta di Actarus, Hiroshi, Tetsuya e di chi già dal finire degli anni 70 animava quei mitici Robot che in ogni episodio combattevano le forze del male… Col passare degli anni la nostra passione ci ha portati a “comandare” anche nella realtà una nostra piccola flotta di robot (impegnandoci con dedizione nella lotta ad un male dei nostri giorni).

Nel 2012 creiamo Behaviour Labs: una startup innovativa con sede  a Catania per “dare un’anima” a robot umanoidi; lo scopo è infatti che automi e uomini possano convivere armoniosamente nel nome dell’utilità reciproca tramite soluzioni di edutainment.

I nostri Laboratori, forti della ricerca e della sperimentazione sul campo, si stanno velocemente ritagliando una posizione sempre più importante nel mondo della cosiddetta “Health robotics” che oggi contribuisce a studiare disturbi come l’autismo, i deficit dello sviluppo e del comportamento.

L’interazione uomo macchina che benefici può dare ai pazienti malati di autismo?

Miglioramento medio del 30% delle interazioni sociali (Stanton 2008), stimolazione cognitiva, miglioramenti nell’ambito degli esercizi basati sulla  teoria delle mente, miglioramenti capacità psicomotorie.

Quali sono le tecnologie utilizzate per far si che un robot non venga visto come un’entità estranea ma addirittura  essere considerato un supporto innovativo nel trattamento di alcune patologie?

Le tecnologie usate sono tali che i robot sono ingrado di riprodurre espressioni facciali e movimenti identici a quelli degli essere umani, in questo modo vengono percepiti come compagni di gioco con cui interagire e non come giocattoli evoluti .

Nell’ultimo anno i Ventures Capitalist sembrano essere impazziti per l’e-health tu cosa registri?

Purtroppo non è il nostro caso, abbiamo avuto dei contatti ma con scarsi risultati, in alcuni casi ci è stato risposto “ma cos’è l’autismo”, o non ci interessa non vediamo un ritorno dell’investimento in una nuova terapia per l’autismo .

Quanto vale il mercato (italia ed estero)?

Il numero di persone affette di autismo nel modo supera i 150.000.000, in Italia tra i nostri clienti abbiamo già centri di ricerca, cooperative sociali, ASL. Abbiamo anche vinto un importante progetto in Puglia insieme al CNR ISASI (Napoli) ed alla Cooperativa “Occupazione e Solidarietà” per l’implementazione delle nuove tecnologie, tra la nostra, per la terapia dell’autismo.

Quali sono le caratteristiche principali di roboMate?

roboMate è un software studiato apposta per facilitare l’uso delle nuove tecnologie come la robotica, con tre click chiunque è in grado di impostare la terapia prescelta dal terapista e attivare il robot che eseguirà gli esercizi impostati e registrerà i dati dell’andamento della terapia.

Qual è lo stato dell’arte oggi e quali i passi futuri ?

Grazie al prezioso supporto di realtà con le quali collaboriamo come IESCUM, Istituto per lo studio del comportamento umani, facoltà di psicologia dell’Università Kore di Enna, il CNR ISASI di Napoli, e l’ASP di Catania,  i nostri progetti per il futuro prevedeno una roadmap di sviluppo che vedrà l’evoluzione di roboMate con inclusa la possibilità da parte di medici e terapisti di svilupparsi autonomamente gli esercizi per i robot, il supporto per i genitotri dal punto di vista psicologico tramite esercizi specifici, e l’inclusione sociale dei soggetti con autismo dove il robot sarà un mediatore nelle scuole, dell’interazione tre bambini neurotipici e non.

RUMUNDU – In un anno ha fatto il Giro del Mondo in bicicletta

              
     
   
 
 

Il giro del mondo in bicicletta alla ricerca di storie di vita sostenibili sta per concludersi.
Per Stefano Cucca arrivo previsto DOMANI 4 giugno mattina a Cagliari, con destinazione Sorso, suo paese di origine, per l’8 giugno, a un anno esatto dalla sua partenza.

RUMUNDU, AVVENTURA RIUSCITA

Dall’inizio della sua avventura 32mila i chilometri affrontati, 5 i continenti toccati, centinaia le persone incontrate, innumerevoli le storie da raccontare. E mentre il sitoRumundu si apre alla collettività, per il futuro Stefano sogna progetti di rural innovation e si mette alla ricerca di un Venture Capital per la creazione di un fondo.

 

www.rumundu.com

– scarica alcune delle IMMAGINI del suo viaggio –

 

Sorso (Sassari), 3 giugno – Il giro del mondo in bicicletta di Stefano Cucca sta per essere portato a termine. A un anno esatto (8 giugno 2013) dalla partenza dal suo paese di origine, il progetto RUMUNDU farà rientro a Sorso (Sassari) domenica 8 giugno 2014.

Dopo aver percorso circa 32.000 chilometri attraverso Italia, Svizzera, Germania, Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda, ancora Germania, Danimarca, Islanda, coast-to-coast negli Stati Uniti passando per il Canada, Giappone, aver toccato la Cina e poi Vietnam, Cambogia, Thailandia, Malesia, Singapore, Indonesia, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa per poi rientrare in Italia attraversando la Turchia e la Grecia, DOMANI 4 giugno alle 8.30 Stefano Cucca sbarcherà finalmente a Cagliari da Napoli per poi risalire l’isola.

Lo scopo del progetto RUMUNDU era quello di girare il mondo in bicicletta alla ricerca di storie e stili di vita sostenibili promuovendo allo stesso tempo la Sardegna. Un viaggio che è stato raccontato in tempo reale attraverso testi e immagini sul sito www.rumundu.it e i social collegati, con un seguito che si è fatto di giorno in giorno più ampio, fin dalla sua partenza dalla Sardegna, attraversata in tutta la sua lunghezza.

Da lì la Sicilia, con Palermo e Messina,  per poi risalire tutto lo stivale, passando per Capo d’Orlando, Cosenza, Maratea, Palinuro, Salerno, Napoli, Roma, Livorno, Firenze, “Sotto un piacevolissimo temporale sul Ponte Vecchio”. E Parma, Bologna e Novara. Fino a Milano, “Ospite al Sardegna Store con tantissime eccellenze sarde esposte per promuovere la nostra terra” a una “bella, ciclabile, viva, colorata, seria e folcloristica, rilassante,  fresca, verde e giovane, rossa e curiosa”Amsterdam, in Olanda; e anche Bruxelles, dove “dopo 5 ore di pioggia, il lusso di una doccia calda e una pasta tonno&pesto. Peccato non avere il sale”; e l’Islanda “sostenibile perché governata dalla natura”;

e poi gli Stati Uniti con le sue “strade alternative #roadtoAlbany” e l’accoglienza al “Consolato Italiano in quel di Chicago”; New York; il Canada e la cascate del Niagara dove “bello sarà farmi i fusilli e piazzare la tenda quando tutti andranno via”; il Michigan, l’Illinoisl’Arizona, il New Messico, ilKansas, “una volta superato il Missouri”, con la California e San Francisco che distano “solo” 3.200 chilometri. “#ilprossimorumundusaràinautostop #greenway #usa #rumundu”;

quindi il Giappone con TokyoKyoto e “il rispetto verso il prossimo”, la Cina con Pechino, patria dell’insostenibilità, l’Indonesia con la sua caotica Bali, il Vietnam con i suoi bambini, l’Australia con Melbourne le Tasmania, nei cui boschi “si possono trovare luoghi magici dove si vive in completa armonia con la natura” Auckland  in Nuova Zelanda, con “segni di presenza umana lungo i boschi con devastanti deforestazioni”; l’Africa, con “desertiche affollate librerie e polverosi ciclisti” e “africane danze che urlano voglia di riscatto”;

e infine Instanbul in Turchia, Igoumenitsa in Grecia e quindi nuovamente l’Italia.

  

http://www.rumundu.com/it/gmap

È stato un anno ricco di esperienze che non è semplice descrivere in poche parole – commentaStefano Cucca appena toccata l’Italia a Brindisi – ma mi sento una persona molto fortunata. Ho imparato moltissimo e sono davvero tante le realtà visitate in questo viaggio. Girare il mondo in bicicletta ti mette nella condizione di fermarti e imparare ad apprezzare lo scorrere del tempo. Ti senti una persona “libera” e sembra quasi che tutte le persone che incontri percepiscano in te qualcosa di strano, di diverso. Così come sono state tantissime le volte in cui le persone mi hanno accolto nelle loro case per chiacchierare e condividere semplicemente storie di vita“.

Allo stesso tempo, molti sono stati gli appuntamenti organizzati dagli appassionati di questa avventura, di cui Stefano racconterà nel dettaglio dopo il suo rientro: “Mi sono posto molto spesso nella condizione di ascoltare – ricorda Stefano – e questo mi ha permesso di capire quanto sia necessario rimettere al centro le persone, in un momento in cui al centro sono spesso solo le ‘cose’. Ad oggi, nonostante per me sia stato semplice pensare di farlo in bicicletta perché ho sempre fatto attività fisica, sono dell’idea che non sia una cosa impossibile fare il giro del mondo a bordo di una bicicletta. Ognuno con il proprio ritmo potrebbe porsi nella condizione di esplorare e imparare a prescindere dai chilometri. Quelli sono relativi. Sono dell’idea che con la bicicletta si abbia la giusta velocità per ‘ascoltare’ il mondo. Lo si capisce, lo si percepisce, lo si vive“.

 

E se durante questi 12 mesi Stefano ha raccontato tante delle sue esperienza sul sito internet www.rumundu.comda oggi desidera dare la possibilità ad altri di popolarlo di racconti di storie sostenibili che parlino di come e dove si vive nel mondo, dalla bioedilizia al cibo, dai mezzi di trasporto agli stili e ai comportamenti quotidiani che tengano conto del rispetto del territorio.

Al rientro mi piacerebbe portare avanti qualche progetto di rural innovation e lavorare per favorire lo sviluppo di realtà sostenibili – conclude Stefano – magari anche attraverso la creazione di un fondo in collaborazione con qualche Venture Capital. Vedremo“.

 

Appuntamento quindi mercoledì 4 giugno alle 8.30 al molo del porto di Cagliari per festeggiare insieme a Stefano il rientro del progetto Rumundu sull’isola, a un anno esatto dal suo avvio.

Il 4 sera Stefano sarà ospite di “Leggendo Metropolitano“, festival internazionale di letteratura, quest’anno alla sua sesta edizione.

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Rumundu su FacebookTwitterInstagram

 

Partner del progetto

Sardex, Banca Etica, Indoona, Andalas de Amistade, Sun Service, Focus, Instagramers Italia

Il progetto SUPERHUB si presenta allo SMAU


Fondazione Legambiente Innovazione insieme ad altri partner del Consorzio SUPERHUB (eXrade, Imaginary e Autoguidovie)  presenterà il progetto SUPERHUB – SUstainable and PERsuasive Human Users moBility in future cities – nel corso dello SMAU, che si svolgerà a Milano dal 23 al 25 Ottobre.

 

Legambiente Innnovazione e i partners saranno a disposizione per presentare il progetto ed i suoi risultati presso il Pad.2,  stand  A 177.

L’evento vuole essere l’occasione anche per incontrare enti Pubblici e aziende in vista di possibili futuri accordi di collaborazione e di un ampliamento del network di SUPERHUB, in Italia e in Europa.

Il progetto di ricerca SUPERHUB è oggi al lavoro per la realizzazione di una piattaforma open per la mobilità sostenibile. L’obiettivo principale è offrire e alimentare un flusso costante di informazioni, anche grazie al contributo diretto dei cittadini, per promuovere un cambiamento positivo nelle abitudini di viaggio. Attraverso le applicazioni mobile di SUPERHUB, i cittadini (residenti, city user e turisti) potranno infatti accedere con un click a tutto il sistema di mobilità di alcune città europee, dal journey planner che offre opzioni di viaggio ritagliate su misura, alle informazioni sui servizi di trasporto pubblico, car sharing, bike sharing, taxi e molto altro ancora.

 

Utilizzando l’App Android di SUPERHUB,  attualmente in versione prototipale, è possibile  pianificare itinerari diversi, impostare i propri obiettivi di sostenibilità (ad esempio, ridurre gli spostamenti in auto a favore di quelli in bici), controllarne il raggiungimento attraverso l’assegnazione degli eco-punti, riportare incidenti o disservizi riscontrati lungo il percorso, valutare quelli segnalati dagli altri utenti.

 

Proprio a Milano si è appena concluso il test della versione beta. “Il secondo Trial che si è svolto in tre città pilota europee – Milano, Barcellona ed Helsinki – è stato un grande successo. In totale, su Milano abbiamo raccolto più di 1000 adesioni, il 50% delle quali munite di Android, tra le quali abbiamo selezionato un campione di 300 persone, equilibrato per dati demografici e per abitudini di mobilità”, afferma Andrea Poggio, Presidente di Fondazione Legambiente Innovazione.

 

SUPERHUB sarà presente a SMAU con due appuntamenti:

Mercoledì 23, alle ore 11, in Arena Smart City (Pad.2) Luigi Telesca di XRD presenterà il progetto e discuterà con Alessandra Melchioni, Coordinatore Ufficio Smart City, Comune di Bergamo, l’importanza di una mobilità sostenibile per trasformare le città e renderle più intelligenti.

Sempre mercoledì 23 ottobre, alle ore 16, (Pad . 1, Stanza 1) SUPERHUB incontrerà alcuni policy makers ed esperti di mobilità selezionati in Lombardia (tra gli invitati, AMAT Milano, le città di Settimo Milanese e di San Donato Milanese, Fiab Ciclobby, ClikMobility e Radio Traffic), per discutere e raccogliere feedback sul prototipo di tool web che SUPERHUB sta sviluppando, a supporto di politiche innovative di mobilità in ambito urbano.

 

 

Info: info@superhubmilano.org   –   www.superhub-project.eu

PUBBLICATO “CROWDFUNDING WORLD 2013”: REPORT, ANALISI E TREND DELLA RACCOLTA FONDI ONLINE

E’ stato pubblicato “Crowdfunding World 2013“, il report ufficiale sullo stato del crowdfunding nel mondo – con un particolare focus sull’Italia – che include l’analisi, le metriche e i trend del mercato. Si tratta del principale testo mai realizzato sul fenomeno, che tratta la teoria ma soprattutto la pratica della raccolta fondi su Internet. Lo studio, distribuito gratuitamente in versione e-book e scaricabile all’indirizzo www.derev.com/revolution/derev/post/pubblicato-crowdfunding-world-2013, è stato realizzato da Roberto Esposito e Claudio Calveri su iniziativa di DeRev.com, piattaforma web nata per creare social innovation attraverso crowdfunding e democrazia partecipativa.
L’ebook ha ricevuto il patrocinio di istituzioni, operatori internazionali del crowdfunding (Indiegogo, Kiva, Crowdrise, tre delle cinque piattaforme più grandi al mondo e operative in oltre 200 Paesi), soggetti culturali di rilievo nazionale (Giffoni Experience, Fondazione Symbola, Federculture) e incubatori di impresa (Working Capital di Telecom Italia).

Cos’è il crowdfunding?

Il crowdfunding è individuato dalle istituzioni nazionali e internazionali (dalla Commissione Europea alla Presidenza USA) e dai media come la possibile soluzione di finanziamento per start up (imprese ad alto tasso di innovazione tecnologica), partiti politici, progetti artistici e creativi e associazioni non profit. Si tratta di una formula che prevede la possibilità di raccogliere tramite Internet piccoli finanziamenti da parte di una platea potenzialmente  illimitata per realizzare progetti di diversa natura, riconoscendo in cambio delle ricompense.
L’industria del crowdfunding muove un giro di affari complessivo che nel mondo ha sfiorato i due miliardi di euro l’anno, un fenomeno globale in costante crescita. Anche in Italia questo settore sta vedendo formarsi un mercato dinamico, popolato da decine di piattaforme – censite analiticamente nel report – che promettono di offrire un’alternativa al finanziamento bancario. A livello legislativo l’Italia è all’avanguardia grazie alla recente legge sull’equity crowdfunding, che prevede la possibilità di elargire piccoli contributi economici ottenendo in cambio una partecipazione azionaria in nascenti aziende tecnologiche.

Il progetto editoriale
Il report, distribuito in italiano in versione digitale, verrà pubblicato entro un mese anche in lingua inglese e diffuso a livello mondiale. Il testo si rivela essere la pubblicazione più completa e dettagliata nel panorama internazionale, includendo un’analisi di tutti i testi finora editi riguardanti l’argomento. Il testo include un censimento completo e dettagliato di tutte le piattaforme presenti sul mercato italiano e si propone di fornire tutti gli elementi necessari a comprendere il meccanismo del crowdfunding nella maniera più efficace e funzionale. A una parte teorica e una statistica si aggiunge un vero e proprio manuale pratico con tutte le indicazioni e i consigli indispensabili per progettare, lanciare e gestire una campagna di crowdfunding di successo.

Gli autori

Roberto Esposito (Fondatore e CEO di DeRev)
Blogger e startupper italiano di 28 anni. Fin da adolescente, promuove con successo i suoi progetti artistici e imprenditoriali inventando strategie di webmarketing non convenzionale e iniziative virali sui social media che gli consentono di entrare nel Guinness World Records battendo due primati mondiali. Nel 2012 scrive un libro in crowdsourcing con il contributo di 700.000 persone e viene scelto per curare la comunicazione e il marketing dell’America’s Cup Napoli, con un risultato di 740.000 utenti unici nella settimana dell’evento.
Il crowdfunding è lo strumento ideale attraverso cui è possibile generare cambiamento, poiché consente ai migliori progetti creativi e innovativi di emergere ed essere realizzati grazie al supporto concreto del pubblico, che diventa produttore e parte attiva nella realizzazione anziché semplice consumatore”.

Claudio Calveri (Scrittore e cultural planner)
Ha ideato e coordinato la candidatura di Napoli a Città della Letteratura UNESCO e ideato il format di Creative Clusters, percorso di stimolo alla creazione di imprese innovative nell’ambito delle industrie creative, riconosciuto come best practice dal EBN (European BIC Network). Attualmente è Content Manager di DeRev.
E’ il momento di esplorare soluzioni concrete alla mancanza di fondi che ha colpito tutti i settori produttivi, industrie creative in testa. Il report fornisce uno strumento realmente utile e alla portata di tutti per liberare le energie innovative e il talento sepolti dalla sensazione di mancanza di opportunità“. 

eBRIDGE – A smart project that drives the change

eBRIDGE is an EU co-funded project that promotes new mobility concepts and services in Europe and helps e-fleets development in Europe. Seven pioneering cities are now testing innovative solutions to make electric mobility a main part of their urban transport system.

Mobility is a universal need and a driver of economic development. European cities have to allow millions of people and goods moving in and around them on a daily basis, making urban life an exciting, but challenging experience.

Traffic jams, air pollution, noisy environments and constant delays are part of the common routines of the urban dwellers, clearly reducing quality of life and increasing costs.

But is there any solution to provide for the citizens’ mobility needs and to enhance their quality of life? Part of this solution could arrive from eBRIDGE, a co-funded EU project with a clear vision: a “towards zero-carbon transport system”. As part of this vision, the number of electric vehicles is broadly expanded in cities and towns, their usage is combined with other modes of transport (e.g. public transport and bicycles) and new mobility services as car sharing and car pooling are introduced.

eBRIDGE philosophy is that electric fleets and new technologies can help transform today’s mobility into a cleaner, efficient and sustainable mobility of the future. The eBRIDGE approach is different from that of many other projects and governmental plans: we do not believe that only public incentives will be able to make the difference, as they rely on a huge amount of public funds, coming up with few citizens buying and using electric cars. On the contrary, eBRIDGE starts from existing car fleets,  aiming at converting them to electric, encouraging their usage by improving the services provided, making the recharging network more available and focusing on targeted marketing and promotions among users.

But it is difficult to change attitudes and behaviours and to overtake significant barriers such as low users’ acceptance and higher purchase costs compared to conventional cars.That’s why seven pioneering cities were chosen to test innovative solutions to make electric mobility a main part of their urban transport system.

These cities, so called Drivers of Change, are Berlin, some Austrian municipalities, Vigo, Valencia-Palma, Milan, Lisbon and Carmarthen. Their heterogeneous starting conditions will provide a broad-spectrum outcome.
The Drivers of Change are located in different European countries, they have different dimensions and population sizes. 

Depending on their starting points and needs, the eBRIDGE cities are applying actions to optimise operational fleet performance, test and launch solutions to increase the convenience and ease of use of car sharing offers, and raise awareness on the suitability of electric mobility for urban transport and commuting.

The eBRIDGE e-fleets are Flinkster car sharing/Berlin; Caruso peer to peer car sharing/Austrian Municipalities; CEAGA business car sharing/Vigo; E:Sharing car sharing/Valencia;GuidaMI car sharing/Milan; Câmara Municipal de Lisboa municipal car sharing; Carmarthenshire County Council municipal car sharing.

The introduction of electric vehicles in fleets for business and private urban travel can efficiently contribute to the creation of liveable, vibrant and competitive cities with less pollution, fewer cars and congestion, less noise and more space to enjoy urban life and in doing so, improve the market conditions for the electric mobility sector.

Behind the eBRIDGE project there is a team of thirteen partners from Germany, Austria, Spain, Italy, Portugal and United Kingdom. Among them are technical experts, academics, companies, public administrations, mobility providers and public transport and car sharing operators.

In order to engage and commit fleet managers and car users, the project will produce useful tools and material, among others, the eBRIDGE Start Up Kit, to assist key actors with the implementation of electric vehicles in their fleets as well as optimisation measures to increase their overall performance.

Democrating – Il coraggio di informarsi

La storia di Democrating inizia  il 4 Gennaio scorso quando ricevo questa mail:

Sono Umberto Ciprì, studente del terzo anno del corso in Media Design presso la sede IED di Milano.

Innanzi tutto grazie per l’interesse dimostrato. Sono felice di poter avere un confronto con un professionista come lei.
Conto di laurearmi a giugno e sto cercando una persona che possa supportarmi e consigliarmi nella realizzazione del mio progetto di tesi. 

Ecco una breve introduzione:

“L’obiettivo del progetto è quello di creare uno strumento in grado di dare alla gente comune più potere d’influenza nella cultura e nelle vicende politico/economiche del nostro Paese.
Partendo dai principi che hanno reso potenti le agenzie di rating nel mondo dell’economia e dall’analisi delle avversità che stanno contribuendo al loro declino, ho progettato un motore che traspone i ruoli, capace di dare alla gente nuovi metodi di analisi e nuovi modi di imporsi attraverso una innovativa forma di democrazia.
Un uso più consapevole degli strumenti del web 2.0, riproposti ed evoluti a livello tecnologico ma soprattutto sociale, nonché la scoperta di nuovi mezzi di comunicazione di massa, saranno le basi su cui si innalzeranno le opinioni della gente fino a ottenere un impatto reale sulla vita di tutti i giorni.
Dopo aver acquisito la consapevolezza che un Like non salva una vita in Africa, e dopo aver constatato che un Tweet non fa notizia se non contiene il nome della star di turno, per la prima volta le persone avranno la possibilità di dimostrare a loro stesse e agli altri che la propria opinione ha un valore tangibile ed è in grado di fare la differenza.”

In pratica Umberto aveva una bellissima idea e voleva realizzarla come tesi di laurea ma non solo in realtà lui ci credeva talmente tanto che voleva trasformare la sua idea in una startup. Ho accettato con entusiasmo di aiutare Umberto e ora dopo soli pochi mesi ed a pochi giorni dalla Tesi, Democrating è un vero progetto a cui io e molti altri crediamo al punto di aver lanciato una campagna di Crowdfunding su Indiegogo 

Noi abbiamo avuto il coraggio di provarci, Voi avrete il coraggio di sostenerci?

 

Democrating ha bisogno del tuo aiuto per portare l’informazione a nuovi livelli di partecipazione. Online e offline.

Ogni giorno succedono così tante cose e abbiamo così poco tempo che informarci è diventato impossibile. Tra social network, feed e web journal, l’informazione si è spersonalizzata e leggiamo soltanto cosa gli altri ci impongono di leggere senza che queste notizie incontrino i nostri reali interessi. Inoltre, ancora troppa gente non è in grado o non ha tempo di usare la tecnologia per connettersi al mondo.

“Ottenere informazioni da Internet è come bere un sorso da un idrante.” – Mitch Kapor

 

Su Democrating sarà fondamentale il confronto di opinioni perché è ciò che fa crescere le idee. Trovare il coraggio di dire ciò che si pensa, seppure in contrasto con altre persone, può essere un punto di partenza per nuovo inizio. Ogni opinione è fondamentale e ha un valore, e Democrating vuole dimostrarlo.

Per fare notizia, muovere l’opinione pubblica e fare democrazia nel mondo reale, quello offline, la tua opinione sarà fonte d’ispirazione per artisti e makers che porteranno nelle piazze la loro arte fondata sui tuoi principi, per stupire, sensibilizzare, e avvicinare le persone alla tua… alla nostra causa.

NOI SIAMO PRONTI!
Noi siamo già pronti e non vediamo l’ora di iniziare. Abbiamo le competenze utili a sviluppare e promuovere il sistema nella fase di lancio. Ciò che ci manca è il sostegno economico per dedicarci a 360° al progetto, per le strutture e lo sviluppo. i fondi che chiediamo, infatti, serviranno per definire le questioni legali (5%), completare lo sviluppo della beta (45%) e portare Democrating nelle mani delle persone che, come te e noi, hanno il coraggio e la voglia di credere di nuovo in qualcosa (50%).  

IL TUO CONTRIBUTO È FONDAMENTALE! 
Stiamo già investendo tutto quello che abbiamo: capacità, competenze, determinazione… ore di sonno e weekend fuori porta. Quello che chiediamo a te è il sostegno fondamentale per dare valore ai nostri investimenti. Democrating è pensato per le persone, e delle persone ha bisogno per crescere.

SOSTIENICI  – http://igg.me/at/democrating/x/3644372

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In qualsiasi modo tu decida di aiutarci, un sentito GRAZIE da tutto il team… e da tutti coloro che troveranno il coraggio!

#CampdiGrano a Caselle in Pittari (SA) – Faber e Sapiens:Alfabetizzazione e innovazione rurale

Tre anime, un solo protagonista: il GRANO

Il CampdiGrano è un’esperienza unica di alfabetizzazione rurale e innovazione sociale che si svolge nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, a Caselle in Pittari e che si conclude con il Palio del Grano, giunto quest’anno alla nona edizione. Alla prima edizione del Campdigrano, dal 15 al 22 luglio 2012, hanno partecipato 25 ragazzi da tutta Italia, vivendo un’eccezionale esperienza sperimentale di faber e sapiens: la mattina  a scuola sul campo di grano dai maestri della Terra gli antichi saperi legati alla mietitura, pisatura, molitura e panificazione dei grani antichi, e il pomeriggio/sera, in un teatro di paglia, workshop e laboratori sulle tematiche della social innovation e di nuovi modelli di sviluppo rurale. Racconto CampDiGrano 2012

#Campdigrano from Marius Mele on Vimeo.

Scopri il Programma e Iscriviti per partecipare al contest che selezionerà i nuovi 25 partecipanti al Campdigrano 2013

 

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